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Pakistan: bomba in una moschea a Peshawar, decine di morti


A Peshawar, in Pakistan, una bomba è stata fatta esplodere in una grossa moschea molto affollata con un attentato suicida. Si contano 33 vittime e circa 140 feriti, ma le vittime potrebbero essere molte di più.

Il gruppo dei talebani pachistani, ha rivendicato l’attacco suicida alla moschea di Peshawar in cui sono rimaste uccise almeno 33 persone e ferite 140, secondo l’ultimo bilancio.

L’azione sarebbe una vendetta per l’uccisione del leader del Ttp Omer Khalid Khorasani, il cui vero nome era Abdul Wali Mohmand, avvenuta nell’agosto 2022 per l’esplosione di una mina lungo la strada nella provincia afghana di Paktika.

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Istambul: attentato, 6 morti e 81 feriti. I turchi sanno già chi è stato


Paura a Istanbul dopo un’esplosione in pieno centro. Il bilancio è di almeno sei morti e 81 feriti, di cui due gravi. È successo nell’isola pedonale di via Istiklal Caddesi. Le autorità di Ankara, fin da subito, hanno seguito la pista terroristica e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato di vile attentato. La dinamica dell’attentato non è ancora chiara. Stranamente si è parlato prima di “donna kamikaze” e successivamente si è arrestata una donna che avrebbe già confessato di essere del Pkk. La dinamica delle indagini è perlomeno oscura.

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Esplosione in una moschea a Kabul: 21 morti (ma non sono ucraini e non ci frega un cazzo)


Mercoledì sera c’è stata una grande esplosione in una moschea di un quartiere a nord di Kabul, in Afghanistan: sono state uccise almeno 21 persone e 33 sono rimaste ferite, tra cui alcuni bambini. Secondo diverse testimonianze, tra i morti c’è anche l’imam della moschea. L’esplosione è stata molto forte, si è sentita in tutta l’area circostante e ha rotto i vetri delle finestre di molte abitazioni del quartiere. È avvenuta durante le preghiere della sera, quindi quando molte persone erano all’interno dell’edificio.

Ma questa notizia a voi occidentali atlantisti individualisti ed egoisti non frega assolutamente niente.

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Giappone: attentato a ex premier Shinzo Abe, muore


L’ex primo ministro è stato colpito al torace durante un discorso a Nara a sostegno di un candidato del Partito Liberal Democratico, nel Giappone centrale, da almeno due colpi di arma da fuoco sparati alle spalle e a distanza ravvicinata, cadendo a terra sanguinante e privo di sensi. I vigili del fuoco hanno riferito che le sue condizioni sono apparse molto gravi visto che non mostrava “segnali di vita” agli esami preliminari sulla funzionalità di cuore e polmoni. ll presunto attentatore, è stato arrestato sul luogo dell’attacco, vicino alla stazione Yamatosaidaiji nella città di Nara.

Poco dopo è giunta notizia del suo decesso.

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Afghanistan, centinaia di morti che non c’interessano più


Decine di persone (si parla anche di oltre 50) sono morte nell’esplosione avvenuta in una moschea sciita a Kabul. Due giorni fa, c’era stato un attentato in una scuola di Kabul che aveva fatto 25 vittime. Sono solo le ultime due stragi che sono state compiute da nemici dei Talebani in uno stato il cui Governo (Talebano) non è riconosciuto da nessuno stato e solo il Qatar mantiene delle relazioni.
L’Usa, e con loro il mondo, ha deliberatamente abbandonato l’Afghanistan a se stesso.

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Somalia: attacchi a militari italiani e base Usa


Un ordigno artigianale è esploso al passaggio di un convoglio di mezzi militari italiani a Mogadiscio, che si trovava sulla strada Jaale-Siyaad, appena dopo la Green Zone per dirigersi verso il ministero della Difesa somalo. Sempre oggi Al Shabaab ha lanciato un attacco contro una base militare statunitense utilizzata per gli attacchi condotti dai droni, presso l’aeroporto di Ballidoogle, circa 100 km a nordovest di Mogadiscio.

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Venezuela: attentato con droni contro Maduro


Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro è scampato a un attentato: degli ordigni esplosivi sono stati lanciati da due droni mentre il presidente del paese sudamericano teneva il suo discorso a una parata militare a Caracas e hanno provocato sette feriti. Nelle ore successive Maduro ha commentato quanto avvenuto in diretta tv: “Non ho dubbi che dietro l’attentato ci sia il nome di Juan Manuel Santos”, il presidente della Colombia. “L’azione evidentemente aveva come obiettivo quello di destabilizzare la situazione nel paese” e del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv).

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Nizza: camion sulla folla e spari, strage


Nel giorno della festa nazionale. Nell’ora in cui le famiglie con i bambini si radunavano come ogni metà estate lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Almeno ottantaquattro le vittime, di cui molti bambini, di un camion di 15 metri lanciato a 80 chilometri all’ora in mezzo alla folla che a quell’ora popolava la Promenade des Anglais per assistere allo spettacolo di fuochi pirotecnici del 14 luglio, festa nazionale in Francia. L’attentatore, ucciso, è Mohamed Lahouaiej Bouhlel,  francese di Nizza di origini tunisine di 31 anni.

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Ankara: bombe sulla manifestazione pacifica


GleryItem_3_imageTurchia: 128 morti e 508 feriti alla manifestazione per la pace ieri ad Ankara
Sono stati due attentatori suicidi a compiere la strage di sabato mattina vicino alla stazione di Ankara, in Turchia. Si sono fatti esplodere durante una manifestazione pacifista.
In migliaia si sono radunati nella piazza Sihhiye, dove si sarebbe dovuta svolgere la manifestazione per chiedere la fine del conflitto con il Pkk curdo. Un corteo che ha preso di mira il presidente Recep Tayyip Erdogan, accusato di fomentare il caos per recuperare sostegno in vista del voto anticipato del primo novembre.
Intanto le indagini ufficiali sulla strage puntano dritto contro l’Is, ma ci sono molti dubbi.

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Il governo turco fa finta di fare la guerra all’ISIS e attacca i curdi


Dopo mesi di relativa inattività, l’esercito della Turchia si è messo in moto alla fine della settimana scorsa, bombardando alcune postazioni militari dello Stato Islamico (ISIS) oltre il confine con la Siria. L’ISIS però non è l’unico obiettivo dell’esercito turco: i caccia hanno bombardato le basi del PKK. il Partito Dei Lavoratori Curdi, nelle zone montagnose del Kurdistan iracheno, mentre le autorità turche hanno arrestato centinaia di presunti sostenitori dello Stato islamico e del Pkk

La tregua tra il governo turco di Recep Tayyip Erdogan e i curdi risale al 2013 e in questi giorni è finita. L’avvenimento che ha causato questa rottura è il recente attentato di Suruc, in Turchia, dove un kamikaze dell’ISIS si è fatto esplodere a una protesta pro-curdi causando 32 morti.

I curdi hanno accusato il governo turco di aver spalleggiato i jihadisti, tollerando il loro ingresso nei territori curdi. Due giorni dopo, dei combattenti del PKK hanno ucciso due poliziotti turchi a Ceylanpınar. Secondo il Pkk si è trattato di una ritorsione per l’attentato di Suruç.  Nel frattempo, i jihadisti dello Stato islamico si sono scontrati con le truppe turche al confine con la Siria. Nei combattimenti è morto un soldato turco.

Secondo molti analisti il vero obiettivo del governo turco è proprio quello di distruggere i curdi e in particolare il Pkk, soprattutto per ragioni di politica interna (a causa del successo del Partito democratico dei popoli (Hdp), una nuova formazione che gli ha sottratto consensi tra gli elettori curdi perché si batte per i diritti della loro minoranza).

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Week-end soleggiato e 100 morti in Nigeria


Fine settimana di solleone nella penisola italiana e in tutto il Mediterraneo: l’evento si ripeterà il prossimo week-end.
In Nigeria, Boko Haram ha rivendicato la strage di due giorni fa nel distretto di Plateau durante la quale sono morte 22 persone che partecipavano ai funerali di alcune delle 63 vittime cristiane uccise nel week-end a Barkin Ladi. Difficile fare previsioni per le prossime domeniche.

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L’unità di misura dei morti ammazzati è 100


Dopo i continui massacri in Nigeria provocati da Boko Aram, e, pochi giorni fa, circa 100 morti in Yemen a provocati da Al Qaeda, ieri almeno 110 civili, di cui 25 bambini, sono stati uccisi a Hula, nella provincia siriana di Homs dalle forze fedeli al presidente Assad.
Mentre in Italia ci si dispera per la forme di Parmigiano cadute, il Governo di un Paese sovrano fa un massacro ai danni dei propri cittadini. Chissenefrega che siano adulti, vecchi o bambini, la ragione di Stato viene prima. Viene da pensare che sia una pratica di quasi tutti i Governi al mondo. Per esempio quella di avallare una strategia della tensione, incoraggiare il terrorismo (internazionale, ma anche nazionale) per poter agire di conseguenza.
OPer il momento il Consiglio nazionale siriano invoca una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu per determinare le responsabilità del massacro. Un team di osservatori Onu della missione in Siria (Unsmis) si è diretto verso Hula.

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Al Qaeda: 100 morti in Yemen


Il bilancio, ancora provvisorio data la gravità delle condizioni di molti dei feriti, parla di almeno 96 morti e oltre 200 feriti, alcuni dei quali con gli arti strappati o con lesioni cerebrali che li lasceranno paralizzati: con un attentato senza precedenti nella capitale Sana’a durante le prove di una parata in programma martedì, al Qaeda ha dato oggi la sua risposta ad una offensiva del governo dello Yemen che da mesi sta cercando di riconquistare vaste aree nel sud del Paese sotto il controllo dell’organizzazione terroristica.

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Buon anniversario, umani


La morte di Osama Bin Laden non ha ucciso al Qaeda.
In occasione del primo anniversario del blitz che portò alla sua uccisione ad Abbottabad (2 maggio), fioccano i primi attentati in Africa e gli allarmi USA per possibili attentati negli Stati Uniti.
Venti morti oggi durante gli attacchi nella zona universitaria di Kano, la citta’ nel nord della Nigeria teatro nelle ultime settimane di numerosi attentati (e numerosi morti) della setta islamica Boko Haram.
Non si tratta propriamente di Al Qaeda, ma di un’organizzazione terroristica che ha fatto proprie le stesse idee ed è attualmente attivissima.
Boko Haram è sottovalutata dai media di massa, come lo era al Qaeda fino all’11 settembre 2001. La situazione potrebbe rimanere invariata finché (sperando vivamente il contrario) questa organizzazione criminale non riesca nell’impresa di un nuovo 11 settembre. Ma allora sarà troppo tardi.
E i governi occidentali ne saranno corresponsabili, come è successo 11 anni fa negli Stati Uniti.
Perché non c’è modo migliore per avallare le strane teorie complottiste di sottovalutare la situazione attuale in Nigeria.
Per ora, un ennesimo esempio di alta etica da parte degli umani (che chiamare Uomo è troppo): morte, intolleranza e violenza.

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Dimentichiamoci del Kurdistan. E loro ammazzano


Ieri mattina attacco dei separatisti curdi nel sud-est della Turchia: 24 uccisi e 18 feriti tra militari e poliziotti turchi.
I raid simultanei, rivendicati dal Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), formazione terroristica di ispirazione maoista, hanno preso di mira alcune caserme dell’esercito e della polizia nei quartieri nel centro della città di Hakkari, a pochi chilometri dal confine con l’Iraq.
Un attacco che, aldilà di ogni giudizio, rivela la grave situazione in quei territori. Una situazione sottovalutata dall’Europa e dalla Turchia che nell’Unione Europea vorrebbe entrare senza rendersi conto dei gravi problemi che ancora l’attanaglia.
Ma oltre alla situazione del Kurdistan (a cavallo tra Turchia e Iraq), privato della propria indipendenza, non bisogna dimenticare la paradossale situazione di Cipro (divisa de facto in due Paesi, di cui quasi nessuno riconosce la sovranità di Cipro del Nord).
L’Europa sta giocando a un equilibrismo pericoloso: da un lato intraprende rapporti diplomatici con la Turchia, e condanna i terroristi curdi senza però prendere in considerazione soluzioni per la loro situazione, dall’altra non riconosce lo status di Cipro del Nord per non scontentare le ragioni della Grecia, che appoggia politicamente e non solo Cipro del Sud.

In ogni caso si penalizza l’autonomia e l’autodeterminazione dei popoli, che dovrebbe essere un principio fondamentale dell’Europa: si dovrebbe lavorare per l’indipendenza (o “autonomia” nell’ambito dell’Unione Europea, come quando parlavamo di Euskadi) di Curdistan e Cipro del Nord. Che facciamo? Ce ne freghiamo? E loro sparano.

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47 morti in Pakistan: chissenefotte, erano islamici!


Un attentatore suicida adolescente ha provocato il 19 agosto la morte di almeno 47 persone facendosi saltare in aria in una moschea dove erano in corso le preghiere del venerdì a Jamrud, nel nordovest del Pakistan, vicino al confine con l’Afghanistan.
Alcune immagini trasmesse dalle televisioni mostrano i muri e il soffitto della moschea imbrattati di sangue, mentre le persone recuperano vestiti e sandali sparpagliati nei pressi della moschea in seguito all’esplosione
I media occidentali hanno dato pochissimo spazio (e spesso addirittura nullo) a questo avvenimento.
Non solo i Tg, ma anche i quotidiani hanno ignorato l’avvenimento relegandolo a un trafiletto. Soltanto pochi giorni prima un attentato esplosivo aveva causato il crollo di un hotel nella provincia pachistana del Baluchistan, con un bilancio di circa 11 persone.
“Almeno 47 morti” e “circa 11 persone” perché pare che la vita dei pachistani, come quella delle persone che abitano il cosidetto Terzo Mondo, contino decisamente meno di noi occidentali.
In questo caso, 47 morti sono molto meno importanti (per i media) dei 14 israeliani morti nell’attentato di Eilat. Non vogliamo fare confronti o esprimere intenzioni politiche: ma solo sostenere un principio democratico: che ogni uomo vale per uno.

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Nobel per la Guerra a Israele


La NeoRepubblica di Torriglia propone al Comitato del Premio Nobel l’istitzione della categoria “Nobel per la Guerra” per chi si evidenziasse per un uso sistematico delle armi e della rappresaglia, noonché di continui investimenti nel campo militare.
Inoltre propone la candidatura del Governo di Israele a tale categoria. Ne rimangono esclusi i cittadini israeliani, militari compresi, che non esercitano un vero potere decisionale bellico.
I fatti: una notte di scontri in Israele ha seguito l’attentato di giovedì mattina a Eilat in cui hanno perso la vita otto israeliani e sette palestinesi. Nella notte l’aviazione israeliana ha risposto inviando sul cielo di Gaza i propri caccia. I missili hanno colpito diversi obiettivi militari di Hamas, fra cui un campo di addestramento, magazzini di armi ed almeno un tunnel che conduceva al territorio israeliano. In questi attacchi, affermano fonti palestinesi, un adolescente è rimasto ucciso e diverse persone sono state ferite. Intanto in tutta la zona la tensione resta molto elevata.
Hamas ha annunciato stamattina di non ritenersi più vincolato alla tregua con Israele.
Se il Governo di Israele voleva la guerra, l’ha ottenuta. Condanniamo fermamente l’attentato filopalestinese, ma condanniamo anche la reazione di Israele, abituata ormai a reagire contro il terrorismo con veri bombardamenti di guerra e raid improvvisi.
Se la Norvegia avesse reagito allo stesso modo (un centinaio le vittime dell’attentato a Oslo e all’isola Utoya), probabilmente avrebbe dovuto bombardare una regione intera.
Il terrorismo non si combatte in questo modo, così si fa solo il loro gioco; anche se probabilmente il governo di Israele ha scopi secondari: come l’intimidazione dell’intero mondo arabo e forse un utilizza di una grande risorsa interna (quella militare) in un momento di crisi internazionale.

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30 morti in Nigeria? Chissene frega, io voglio sapere di Sarah Scazzi!


Sarebbero almeno 30 i morti e decine i feriti gravi nell’attentato in un locale di Maiduguri nella Nigeria nordorientale ieri sera, probabile atto di esponenti della setta islamica Boko Haram.
Secondo alcuni testimoni gli attentatori hanno colpito intorno alle 18 di ieri il locale situato nella zona di Dala Kwanti.
In Italia (e in Europa) tutti i telegiornali hanno dato la notizia per prima nei telegiornali… Errata corrige, scusate: quasi nessuno ha dato la notizia, 30 morti nigeriano contano meno di un morto italiano o europeo (ma vero europeo, non immigrato, eh…).