Dopo mesi di relativa inattività, l’esercito della Turchia si è messo in moto alla fine della settimana scorsa, bombardando alcune postazioni militari dello Stato Islamico (ISIS) oltre il confine con la Siria. L’ISIS però non è l’unico obiettivo dell’esercito turco: i caccia hanno bombardato le basi del PKK. il Partito Dei Lavoratori Curdi, nelle zone montagnose del Kurdistan iracheno, mentre le autorità turche hanno arrestato centinaia di presunti sostenitori dello Stato islamico e del Pkk
La tregua tra il governo turco di Recep Tayyip Erdogan e i curdi risale al 2013 e in questi giorni è finita. L’avvenimento che ha causato questa rottura è il recente attentato di Suruc, in Turchia, dove un kamikaze dell’ISIS si è fatto esplodere a una protesta pro-curdi causando 32 morti.
I curdi hanno accusato il governo turco di aver spalleggiato i jihadisti, tollerando il loro ingresso nei territori curdi. Due giorni dopo, dei combattenti del PKK hanno ucciso due poliziotti turchi a Ceylanpınar. Secondo il Pkk si è trattato di una ritorsione per l’attentato di Suruç. Nel frattempo, i jihadisti dello Stato islamico si sono scontrati con le truppe turche al confine con la Siria. Nei combattimenti è morto un soldato turco.
Secondo molti analisti il vero obiettivo del governo turco è proprio quello di distruggere i curdi e in particolare il Pkk, soprattutto per ragioni di politica interna (a causa del successo del Partito democratico dei popoli (Hdp), una nuova formazione che gli ha sottratto consensi tra gli elettori curdi perché si batte per i diritti della loro minoranza).