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Corea del Nord: “Missile intercontinentale lanciato come avvertimento”


La Corea del Nord ha affermato di aver lanciato sabato un missile balistico intercontinentale come avvertimento per Washington e Seoul. Inoltre ha aggiunto che l’esercitazione riuscita dimostra le sue micidiali capacità di contrattacco nucleare. Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha ordinato un’esercitazione di lancio sabato alle 8 ora locale (23 di venerdì). Un missile Hwasong-15 è stato poi lanciato dall’aeroporto di Pyongyang nel pomeriggio.

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Corea del Nord lancia 17 missili


La Corea del Nord ha lanciato almeno 17 missili aria-superficie di precisione a corto raggio (Srbm) nel mar del Giappone, uno dei quali ha volato attraverso il suo confine marittimo de facto con la Corea del Sud. La provocazione di Kim Jong Un è arrivata come protesta per le manovre aeree su larga scala che da cinque giorni Corea del Sud e Stati Uniti stanno effettuando.

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La Cina non appoggia la guerra contro l’Ucraina


Al vertice di Samarcanda, la Cina di Xi Jinping ha ribadito la propria amicizia costruttiva alla Russia, anche con la prospettiva di divenirne egemone, ma ribadendo la propria contrarietà all’invio di armi per la guerra in Ucraina. Infatti Putin si è dovuto rivolgere a Corea del Nord per razzi e proiettili e all’Iran per i droni. La Cina infatti non può permettersi di rischiare di perdere i mercati occidentali finendo sotto sanzioni.  Xi Jinping, ha fatto tappa a Nursultan, la capitale kazaka, dove ha assicurato a Tokayev il sostengo della Cina alla difesa dell’indipendenza, pronunciandosi contro ogni ingerenza esterna negli affari del vostro Paese, che ovviamente possono essere solo russi.

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Accordi tra Russia e Corea del Nord contro Usa e Nato


Vladimir Putin invia una lettera a Kim Jong-un: il suo obiettivo. è quello di rafforzare le relazioni con la Corea del Nord. Lo ha affermato lo stesso Vladimir Putin nella lettera, parlando di accordi costruttivi, globali e bilaterali tra le due nazioni. La risposta del collega asiatico non si è fatta attendere, con tanto di attacco ai nemici comuni di Corea del Nord e Russia e ricordo dell’alleanza tra i due Paesi durante la Seconda Guerra Mondiale.

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Raffica di missili sul mar del Giappone


Ieri Pyongyang halanciato otto missili balistici a corto raggio nel Mar del Giappone (chiamato dalla Corea e dalla Cina Mare dell’Est). Funzionari sudcoreani e statunitensi affermano che ci sono segnali che la Corea del Nord stia portando avanti i preparativi nel campo dei test nucleari nella città nord-orientale di Punggye-ri.

Oggi Stati Uniti e la Corea del Sud hanno lanciato otto missili in risposta al lancio di altrettanti razzi della Corea del Nord. Lo Stato maggiore congiunto sudcoreano ha confermato che “dimostra come anche se la Corea del Nord provoca, Usa e Corea del Sud hanno la forza e la potenza di rispondere immediatamente e con precisione”.

E, aggiungiamo noi, dimostra come l’Occidente usi la retorica della pace solo per tenere dalla propria parte l’opinione pubblica, dimostrando, quando serve, di saper provocare e usare la forza esattamente come la più dura delle dittature. 

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Corea Nord lancia tre missili verso il Giappone


La Corea del Nord ha lanciato oggi tre missili balistici a corto raggio verso il mar del Giappone, in quella che è stata conteggiata come la sedicesima del 2022.

La nuova provocazione è avvenuta ad appena due giorni dall’insediamento del neo presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e nello stesso giorno in cui il Nord ha ufficializzato un focolaio di Covid-19, per la prima volta dallo scoppio della pandemia agli inizi del 2020, per la quale è stato dichiarato il lockdown.

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La Corea del Nord lancia un missile a 170 km dal Giappone e la Corea del Sud risponde


Un missile balistico intercontinentale è caduto di fronte alle coste della prefettura di Aomori, a nord ovest dell’arcipelago, in acque di esclusivo sfruttamento del Giappone. Lo ha reso noto il presidente sudcoreano Moon Jae-in. Il premier nipponico Fumio Kishida l’ha definito un atto inaccettabile. La Casa Bianca lo considera una “sfacciata violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. La risposta della Corea del Sud con un ciclo di lanci di missili strategici da terra, mare e aria. La Cina invita tutte le parti a far avanzare il processo di pace della penisola.

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Onu vota risoluzione contro Mosca. Domani proseguono i negoziati


L’Assemblea generale delle Nazioni Unite condanna l’invasione con 141 Paesi che hanno votato a favore, cinque contrari (Russia, Bielorussia, Cuba, Corea del Nord, Siria ed Eritrea) e 35 astenuti.
A Kiev si parla di oltre 2mila vittime civili. A Kharkiv è stata colpita anche l’Università. Mosca annuncia anche la conquista di Kherson.

Biden chiude lo spazio aereo alla Russia. Dall’inizio dell’offensiva, le forze russe hanno ucciso oltre 2.870 soldati e “nazionalisti” ucraini, feriti circa 3.700. Lavrov: “La Terza guerra mondiale sarebbe nucleare”

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La Corea del Nord minaccia l’Onu: “Schiavi degli Usa, gravi conseguenze


Da Pyongyang arriva l’avvertimento al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sostenendo che usa due pesi e due misure e che questo avrà “conseguenze molto gravi”. Il messaggio è arrivato attraverso un comunicato firmato dal direttore generale del dipartimento organizzazioni internazionali del Ministero degli Esteri, Jo Chol Su, divulgato dall’agenzia di stampa nordcoreana Kcna.

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Kim Jong-un è in coma


“Kim Jong-un è in coma”. Dalla Corea del Nord arriva la notizia delle condizioni critiche del dittatore. “Ma la sua vita non è finita”, ha dichiarato Chang Song-min alla stampa sudcoreana: a Pyongyang sarebbe in corso un passaggio di consegne. Kim Yo-jong, la sorella minore del leader nordcoreano Kim Jong-un, controlla già il dipartimento Organizzazione e orientamento del Comitato centrale, un’unità chiave del Partito dei Lavoratori essendo responsabile degli affari con la Corea del Sud e gli Usa, e potrebbe essere lei a succedere al fratello.

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Kim Yo-jong futura dittatrice della Corea del Nord?


Mentre ancora non si hanno notizie certe sulla sorte di Kim Jong-un, possiamo però dire, che in caso di morte o di impossibilità a continuare a reggere il Paese, il suo posto sarà certamente preso dalla sorella Kim Yo-jong, che è già stata vista negli ultimi mesi insieme al fratello in occasioni ufficiali con gli stessi decori dinastici, che è un chiaro segno dell’avallo alla sua successione.

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Trump dice che Kim Jong-un è vivo: aumentano le preoccupazioni per la sua morte


Dopo che la CNN ha paventato l’idea che il leader nordcoreano Kim Jong-un sia morto in seguito a un delicato intervento chirurgico al cuore, Donald Trump ha definito la notizia come fake new, bufala, per cui la preoccupazione che la notizia sia fondata è aumentata a dismisura.

TOPSHOT – US President Donald Trump and North Korea’s leader Kim Jong-un talk before a meeting in the Demilitarized Zone(DMZ) on June 30, 2019, in Panmunjom, Korea. (Photo by Brendan Smialowski / AFP)

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Rapporto allʼOnu: la Corea del Nord prosegue il programma nucleare


La Corea del Nord non ha messo fine al suo programma missilistico e nucleare continuando a violare le sanzioni imposte dall’Onu. L’accusa è contenuta in un rapporto di esperti presentato venerdì al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Tra le violazioni vengono citati “un ingente aumento nei trasferimenti illegali di petrolio da nave a nave” e la fornitura di “armi leggere e altro equipaggiamento militare” a Libia, Yemen e Sudan.

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Risultato storico: Trump e Kim Jong-Un hanno fatto i turisti e si sono stretti la mano


Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un si sono incontrati per la prima volta sull’isola di Sentosa, a Singapore, intorno alle 9 dell’ora locale. L’incontro è avvenuto all’hotel Capella: i due hanno camminato l’uno verso l’altro e si sono stretti la mano, poi hanno avuto un primo colloquio di 38 minuti accompagnati solo dai rispettivi interpreti, seguito da una riunione insieme ai consiglieri politici statunitensi e nordcoreani.

Permettetemi un comemnto: dai proclami (denuclarizzazione completa e irreversibile e sgombero delle forze Usa dalla Corea) alla stretta di mano mi pare ci sia una piccola differenza.

 

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Trump annulla il vertice con Kim Jong-un


Il giorno in cui si è svolta la cerimonia per lo smantellamento definitivo e completo dell’area militare di Punggye-ri, dove il regime ha condotto i sei test nucleari, la Casa Bianca diffonde una lettera in cui Donald Trump scrive a Kim Jong-Un per dirgli che il faccia a faccia in programma a Singapore il 12 giugno non si farà. “Il mondo e la Corea del Nord in particolare hanno perso una grande opportunità per una pace duratura o per una grande ricchezza” scrive Trump, “è un momento triste per la storia”.

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Kim Jong-Un: ho il pulsante del nucleare sulla scrivania


“La nostra forza nucleare è stata completata e sulla mia scrivania ho il pulsante per sferrare l’attacco”, ha detto nel discorso di inizio anno il leader nordcoreano, che ha invece usato toni concilianti con Seul, sperando in un miglioramento dei rapporti. Mancano ancora reazioni ufficiali Usa ma secondo l’ammiraglio Mike Mullen, ex capo di Stato maggiore congiunto, “gli Stati Uniti sono vicini a una guerra nucleare come mai prima”.

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Le sanzioni spingono Kim Jong-Un ad accelerare nei test


Secondo gli esperti interpellati dal New York Times, la Corea del Nord deve ancora mettere a punto le tecnologie che permettono a un missile di portare più testate. E il processo per consolidare la capacità di lanciare missili balistici intercontinentali, potrebbe essere accelerato proprio dalle sanzioni Onu, che hanno innescato la corsa contro il tempo di Pyongyang ai test militari, prima che gli effetti si facciano sentire sull’economia.

Nel frattempo la Russia si propone come mediatrice tra Usa e Corea del Nord.

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Minacce di Al Baghdadi: o è uno zombie o i media occidentali sono allo sbaraglio


L’Isis ha diffuso un nuovo discorso del suo leader, Abu Bakr al-Baghdadi. Lo riferisce il Site, che monitora le attività online delle organizzazioni jihadiste. La data della registrazione non è chiara, ma nell’audio lo sceicco parlerebbe anche delle minacce della Corea del Nord a Stati Uniti e Giappone, particolare che, se confermato, potrebbe avvalorare la tesi che il Califfo sia intervenuto via voce successivamente alle ultime affermazioni sulla sua morte. In teoria, al 14 settembre, quando Pyongyang aveva minacciato di usare una testata atomica per “affondare” il Giappone e “ridurre in cenere” gli Usa (il 3 settembre era stata fatta esplodere la prima bomba all’idrogeno).
Dopo le numerose voci sulla morte dello sceicco possiamo concludere che le fonti dei media occidentali sono totalmente inattendibili, come del resto è stato per la Corea del Nord.

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Corea del Nord, test atomico provoca sisma di magnitudo 6.3


Un terremoto del 6.3 scuote la Corea del Nord. Pyongyang comunica che ieri è stato condotto con successo il test di una bomba all’idrogeno. L’esplosione sotterranea a 10 km è 5 volte più potente della bomba di Nagasaki, ed è il sesto test atomic della Corea del Nord. Scatta l’allarme di Seul: il presidente Moon jae-in convoca il Consiglio di sicurezza e l’esercito sudcoreano alza il livello d’allerta predisponendo l’attivazione del “team di risposta” alla minaccia atomica. Shinzo Abe manda i jet giapponesi per verificare il livello di radioattività. Pechino invia aerei militari al confine.

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Missile nordcoreano sorvola il Giappone, convoncato il COnsiglio di Sicurezza Onu


La Corea del Nord ha lanciato un missile sconosciuto che ha sorvolato il territorio giapponese. Le autorità di Tokyo hanno invitato i cittadini giapponesi di Tohoku a prendere precauzioni e trovare riparo nei rifugi sotterranei, sebbene non si conosca il tipo di missile sparato. Il proiettile non identificato sarebbe stato lanciato intorno alle 5.57 locali da Pyongyang (poco prima delle 23.30 ora italiana). Secondo l’agenzia sudcoreana il missile si è rotto il tre parti ed è finito in mare a circa 1.180 chilometri da Cape Erimo nell’isola di Hokkaido. Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha confermato che il missile ha percorso lo spazio aereo del Giappone.

E da Seul c’è stata subito anche una risposta “militare” al lancio del missile da parte di Pyongyang. La Corea del Sud ha tenuto manovre aeree con quattro caccia F-15 che hanno sganciato otto bombe MK-84 su target al Pilseung Range, campo militare sulla costa orientale: il portavoce presidenziale Park Su-hyun ha detto che il direttore della sicurezza nazionale Chung Eui-yong ha avuto un colloquio con la controparte americana H.R. McMaster sull’ultima “provocazione” del Nord.
Per questa mattina è stata convocata una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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Kim Jong-Un minaccia Guam, Trump minaccia la Corea del Nord


Le autorità nordcoreane hanno ribadito non solo la volontà di sferrare l’attacco contro Guam, isola avamposto territoriale e militare Usa nel mar delle Filippine, ma hanno anche anticipato come si stia seriamente valutando il lancio di 4 missili a raggio intermedio Hwasong-12 per intimidire gli asset di Marina e Aeronautica americane. Donald Trump, incurante delle polemiche, alza ulteriormente i toni contro Pyongyang replicando alle ultime minacce del regime di Kim Jong-un: «Forse le mie parole finora non sono state abbastanza dure. La Corea del Nord deve stare attenta, o sarà nei guai come pochi Paesi sono mai stati prima».

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Corea del Nord: attacco nucleare se Usa provano a cambiare regime


“Se gli Stati Uniti dovessero soltanto osare di tentare di rimuovere il supremo leader, il nostro martello nucleare, levigato e indurito nel tempo, colpirà il cuore degli Stati Uniti. E’ ormai chiaro che l’obiettivo finale dell’amministrazione Trump è di spodestare il regime. Le osservazioni del direttore della CIA confermano la sua ignoranza e l’esplicita incompetenza dell’intelligence americana. Qualora l’integrità suprema della Repubblica Popolare Democratica di Corea venisse minaccia, annienteremo tutti i paesi direttamente o indirettamente coinvolti, mobilitando tutte le nostre forze, comprese quelle nucleari”

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Corea del Nord lancia un missile intercontinentale


Il 4 luglio, festa dell’indipendenza americana, la Corea del Nord lancia un nuovo missile balistico intercontinentale. Il test missilistico è stato fatto alle 9.40, ora locale, il missile è partito dalle coste occidentali del Paese, da una località, Banghyon, non lontana dal confine con la Cina, e ha volato per 37 minuti percorrendo 930 chilometri prima di finire nel Mare del Giappone, in un’area rivendicata da Tokyo come Zona economica esclusiva. Poco dopo l’agenzia sudcoreana Yonhap ha reso noto che a breve ci sarà “un importante annuncio” da parte delle autorità nordcoreane.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiesto alla Cina di prendere misure decisive per “mettere fine a questa cosa che non ha senso una volta per tutte”. E poi ha ironizzato: “Ma questo tipo [Kim Jong-un] non ha null’altro di meglio da fare nella sua vita?, alimentando le pressioni su Pechino all’indomani della telefonata con il presidente cinese, Xi Jinping, proprio sul dossier Pyongyang.

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Primo effetto della visita di Trump a Riyad: terrorismo in Iran


La visita di Donald Trump a Riyad, in Arabia Saudita, avvenuta il 21 maggio scorso, a omaggiare la teocrazia assoluta dei Saud, dittatura senza eguali che fa eccezione alla bandiera dell'”esportazione di democrazia” tanto sventolata dagli Usa contro Iraq, Afghanistan, Corea del Nord, eccetera (reverenza del resto emulata da tanti leader occidentali, tra i quali Matteo Renzi), è passata nei media occidentali come “la visita in cui Melania Trump non ha indossato il velo”. Oltre alla sciatteria (forse volontaria), bisogna dire che i media non hanno saputo dirci cosa si siano veramente detti.

Ma si è scoperto il 6 giugno, quando 6 paesi arabi capeggiati dai Sauditi e dall’Egitto (successivamente seguiti da altri) hanno messo al bando il Qatar, con la motivazine (davvero ridicola) dell’appoggio qatarino al terrorismo (quando tutti sappiamo, e non lo hanno nemmeno negato, che sono i sauditi a finanziare l’Isis).

Il Qatar è un regno a prevalenza sunnita, ma con forte presenza sciita, e spartisce con l’Iran uno dei più grossi giacimenti di gas naturale del golfo Persico, nonché è uno dei paesi più ricco al mondo, al pari del Kuwait. La costante presenza militare degli Usa nel Qatar rende le cose ancora più ambigue. Ma la contrapposizione Sauditi/Iran ha prevalso. Ci si chiede allora se Trump ci sia o ci faccia, cioè se si è ingenuamente fatto persuadere dai Saud, o se sotto l’aspetto naive nasconde una strategia (quale? usare il terrorismo, proprio ciò che dice di voler combattere). Questa riflessione che stavamo elaborando (era già stata accennata ieri sul profilo Fb di Lukha B. Kremo), non è uscita in tempo perché già oggi siamo costretti ad assistere alle prime conseguenze.

L’Isis, che si sente forte dell’accordo Usa/Saud, attacca l’Iran con kamikaze e sparatorie al Parlamento e al Mausoleo di Khomeini. Ormai circondata in Siria (proprio in questi giorni c’è l’attacco finale su Raqqah), prova la strada dell’Iran.

I miei personali complimeti vanno a: Trump, paladino dell’antiterrorismo che fomenta il terrorismo, i leader occidentali, che nulla fanno per opporsi a politiche internazionali irresponsabili e naturalmente tutti coloro che li hanno votati e che sono contro l’Isis. Se volete combattere veramnte l’Isis mandate al governo uno che rompa le relazioni internazionali con l’Arabia Saudita. Altrimenti andate al supermercato e… buna fortuna!

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Kim Jong-un annuncia un pacco regalo per gli Usa


La Corea del Nord rivendica con successo il lancio di ieri di un missile balistico a corto raggio supervisionato direttamente dal leader di Pyongyang, Kim Jong-Un.
“Gli yankee dovrebbero essere molto preoccupati e i gangster dell’esercito marionetta sud-coreano saranno sempre più scoraggiati” ha affermato Kim Jong-un.
Il Ministero degli Esteri di Pechino, ieri, aveva chiesto a Pyongyang di creare le condizioni per una ripresa del dialogo. La situazione nei rapporti con il regime di Kim Jong-Un, e’ stata oggetto della visita a Tokyo del più alto diplomatico cinese, Yang Jiechi. Yang ha incontrato ieri il consigliere per la Sicurezza Nazionale giapponese, Shotaro Yachi, con cui ha discusso delle questioni che dividono i due Paesi, in particolare le rivendicazioni territoriali di Pechino nel Mare Cinese Orientale, e della Corea del Nord.
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Usa pronti all’attacco preventivo contro Corea del Nord, Kim Jong-un pronto alla risposta nucleare


Oggi cade l’anniversario della nascita di Kim Il-sung, fondatore della Dprk (la Repubblica popolare di Nord Corea), e le autorità hanno promesso di celebrarlo con un grande evento. I satelliti hanno ripreso gli intensi lavori di scavo nei tunnel del sito di Punggye-ri, e quindi gli analisti si aspettano il sesto test atomico della Corea del Nord, o un nuovo lancio missilistico.
Trump prepara i raid contro la Corea del Nord, pronto ad attaccare ancora prima del test nuclare.
Choe Ryong-hae, il secondo più potente ufficiale della Corea del Nord, sostiene Pyongyang risponderà a una guerra totale con una guerra totale, e a una guerra nucleare con il nostro stile di un attacco nucleare.

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La prossima settimana scoppia la guerra mondiale?


Dopo il bombardamento notturno deciso da Donald Trump per mezzo di 59 missili Tomahawk verso la base aerea siriana da cui era partito l’attacco chimico nella provincia di Idlib, lo scacchiere mondiale è nuovamente in fermento.
L’attacco, appoggiato dall’Europa e osannato da parte dell’opinione pubblica occidentale è avvenuto prima che si sia aperta una vera inchiesta internazionale.
Trump ha affermato che fosse nel vitale interesse della sicurezza degli Stati Uniti.
Putin sostiene che non ci siano prove che il governo siriano abbia usato armi chimiche nella provincia di Idlib, ma che ci siano prove che il diritto internazionale è stato violato dagli Stati Uniti.
Buthayna Shaaban, consigliere politico del presidente siriano Bashar al Assad, promette che la Siria e i suoi alleati risponderanno in maniera appropriata.
Infine, la Corea del Nord ha dichiarato che l’attacco degli Stati Uniti contro la Siria è un atto di aggressione intollerabile che prova più di un milione di volte quanto sia giusto che la Corea del nord continui il proprio programma nucleare.
Gli stessi analisti indicano come l’attacco alla Siria sia un segnale non solo per l’ISIS, Assad e Putin, ma anche e soprattutto per Kim Jong-un.
Questo per rimarcare il pessimo comportamento di Trump non solo in politca interna, ma anche in politica internazionale, anche se rimaniamo convinti che Assad sia il vero responsabile dell’attacco chimico. Inoltre, pare che in queste ultime ore trapelano voci che Putin cominci a essere insofferente con il suo alleato.
Ma il problema più grave sembra al momento essere l’Oriente: l’esercito degli Stati Uniti ha deciso di spostare le navi del Carl Vinson Strike Group, di cui fanno parte una portaerei con 60 aerei, una nave usata per lanciare missili e due in grado di intercettarli e 5000 soldati vicino alla Corea del Nord, minacciando l’uso della forza se Pyongyang dovesse effettuare nuovi test.
Il regime dittatoriale di Pyongyang non ha più dubbi che gli Usa e la Corea del sud stiano preparando un’invasione (e, a dire il vero, gli Usa non negano, anzi ci sono prove che l’invasione sia stata almeno progettata.)
La Corea del Nord ha già sviluppato e dispiegato almeno 7 testate nucleari, le ha installate sui suoi Scud ER, sui missili a raggio intermedio a combustibile solido. Ha completato i lavori nel terzo tunnel del sito di Punggye ad una profondità di 550 metri. Si teme che il sesto test nucleare abbia una resa esplosiva fino a 14 volte maggiore di quella avvenuta lo scorso settembre. Gli Stati Uniti mantengono permanentemente nella regione uno sniffer WC-135, per eseguire il campionamento dell’aria e rilevare possibili test.
L’incontro tra il Presidente Trump e il presidente cinese Xi Jinping ha fruttato un accordo per mettere pressione sul governo di Pyongyang e cercare di farlo desistere dalla sua politica di corsa agli armamenti atomici. Resta il fatto che la Corea del Nord non è un alleato subalterno della Cina (come la Siria per la Russia), e che potrebbe non seguire i consigli di Pechino.
Per finire in bellezza, il 15 aprile è il 105esimo anniversario dalla nascita del “presidente eterno” Kim Il-sung, nonno del leader Kim Jong-un. Un evento che verrà presumibilmente festeggiato con una maestosa parata militare presso il Mirim Airport di Pyongyang, in un meno provocatorio sfoggio di muscoli.

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Corea del Nord continua i test nucleari


La Corea del Nord ha testato un nuovo tipo di motore ad alta spinta per alimentare i suoi missili. Il leader del paese Kim Jong Un ha assistito al test alla stazione di lancio satelliti di Sohae, secondo quanto riferito dall’agenzia Korean Central News.
Nel discorso alla nazione di inizio anno, Kim ha affermato che il Paese era entrato ormai nella parte finale del test di un missile intercontinentale, ritenuto in grado di montare una bomba atomica e di raggiungere le coste Usa.

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La Corea del Sud in mano a una sciamana della Samsung


Seul, la Corte Costituzionale della Corea del Sud ha rimosso dal suo ruolo la presidente Park Geun-hye, confermando la mozione votata a dicembre dall’Assemblea Nazionale che già le aveva tolto le funzioni. A Seul ci sono poi stati scontri di piazza tra dimostranti e polizia, con un bilancio provvisorio di due morti tra i sostenitori dell’ormai ex presidente, questa volta scesi anch’essi numerosi nelle strade.
Park Geun-hye è stata travolta da una scandalo politico-affaristico che ha portato il Paese a una semi-paralisi istituzionale da vari mesi: e’ accusata di collusione con gli affari sporchi della sua amica di lungo corso Choi Soon-sil, una sciamana che – approfittando del sua ascendente sulla presidente – ha strappato ampi finanziamenti ad alcune delle principali aziende sudcoreane, a partire da Samsung.
Ancora una volta notiamo (vedi l’articolo del 2013) come la Corea rappresenti bene il contrasto tra democrazia “santificata” e dittatura “demonizzata”. Senza voler né difendere una né accusare l’altra, qui abbiamo il peggio di entrambe, la democrazia corrotta da “cerchi magici” e la dittatura visionaria di Kim Jong-un.

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Kim Jong-un: siamo pronti a esplodere la bomba a idrogeno


Il presidente nordcoreano Kim Jong-un ha lasciato intendere che il suo Paese, che ha già a disposizione l’atomica, avrebbe messo a punto anche una bomba a idrogeno e sarebbe pronto a farla esplodere. La Corea del Nord è già “un potente stato dotato dell’arma nucleare, che è pronto a far esplodere una bomba A e una bomba H in modo da difendere la sua sovranità in modo affidabile”.
La Corea del Nord ha testato tre volte la bomba atomica: nel 2006, 2009 e 2013, test che le sono costati pesanti sanzioni internazionali. La bomba a idrogeno utilizza la fusione nucleare e provoca un’esplosione molto più forte dell’atomica, che utilizza la fissione.

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L’Iran e gli accordi con gli Usa


(tratto da “J’accuse (e Je suggére). Considerazioni di un Presidente Qualunque”, settembre 2015)

Situazione etnico/religiosa:
l’Iran è lo Stato con la più alta percentuale di islamici sciiti al mondo, inoltre, è il Paese più ricco insieme all’Arabia Saudita (a stragrande maggioranza sunnita), con la differenza che ha un’economia più diversificata e quindi meno petrolio-dipendente. Le due nazioni si contendono quindi il primato islamico e acuiscono il contrasto tra sciiti e sunniti.
Durante la Guerra Fredda si era instaurato un asse Russia-Iran contro l’asse Usa-Arabia. Le alleanze sono sostanzialmente invariate, fatti i debite modifiche della situazione (per esempio Yemen occidentale, Libia e Afghanistan erano nell’influenza sovietica, ora non sono alleate con la Russia).
Solo una piccola parte nord occidentale è a maggioranza curda (al confine con Iraq e Turchia). (vedi mappa etnico-religiosa Iran e mappa sciiti nel mondo islamico, a fine articolo).
Situazione sul campo:
l’Iran è stato il primo governo del Medio Oriente a scendere in campo con lo Stato Islamico per aiutare il liquefatto esercito iracheno allo sbando sotto l’attacco dell’Isis. È ovvio che Teheran insieme agli Hezbollah libanesi (sciiti) rafforza il fronte sciita contro quello sunnita e punta a estendere la sua influenza regionale nel Golfo del petrolio sostenendo anche i ribelli Houthi in Yemen (vedi scheda Yemen e Arabia Saudita).
Nel maggio 2015 il leader siriano Bashar Assad ha incontrato il rappresentante speciale dell’Iran Ali Akbar Velayati, reduce da un colloquio con Hasan Nasrallah di Hezbollah. Le parti hanno firmato una serie di accordi nella sfera economica e in quella della lotta al terrorismo. Assad ha dichiarato che l’Iran è il principale appoggio della Siria nella lotta al terrorismo.
La notizia degli ultimi giorni è che anche la Russia ha deciso d’intervenire contro il terrorismo dell’IS (ma anche contro i ribelli siriani).
Posizioni ufficiali:
evidente l’allineamento Russia-Iran-Siria e il contrasto paesi sciiti e sunniti (contrasti dichiarati a livello ufficiale).
Più ambigui i rapporti tra l’Iran e l’Occidente. Dopo dieci anni di sanzioni internazionali, nel luglio 2015 Stati Uniti hanno da poco firmato un importante accordo con l’Iran riguardo l’utilizzo dell’energia nucleare. Israele e naturalmente tutto il mondo arabo sunnita è molto preoccupato per questo accodo. Detto ciò, va considerato che la comunità internazionale è sempre stata incapace di impedire a uno Stato un programma di sviluppo nucleare. Così è avvenuto per l’Iran, dove l’unica dissuasione possibile è stata quella delle sanzioni internazionali, strumento però che non ha frenato lo sviluppo nucleare e che, in assenza di accordi, potrebbe avere dimensioni più preoccupanti. Inoltre In Iran sono diverse le posizioni e le prospettive del leader religioso l’Ayatollah Ali Khamenei e del presidente della Repubblica Hassan Rouhani, quest’ultimo appartenente a un orientamento moderato e riformista, sta cercando di allargare i diritti nel suo Paese, di farlo crescere dal punto di vista economico e non ha mai nascosto la sua propensione al dialogo con l’Occidente (come del resto fa l’Arabia Saudita).
Gli accordi permettono sia a Stati Uniti e Iran di presentarsi come vincitori, i primi perché potranno contare su controlli che prima non erano possibili, i secondi perché potranno continuare a sviluppare il programma nucleare aprendosi a interessanti prospettive di crescita economica con la fine delle sanzioni.
Accuse:
l’accordo ha creato risentimenti in quasi tutti: la Russia, per lo storico rapporto prediletto con l’Iran, l’Arabia Saudita e i paesi sunniti, per l’esplicito contrasto con il Paese sciita, Israele, che teme attacchi nucleari, e in generale la comunità internazionale ha espresso preoccupazione.
L’Iran è comunque accusato di portare avanti un programma nucleare anche allo scopo di costruire armamenti e naturalmente di non rispettare i diritti civili nel proprio Paese.
Commento:
l’accordo Usa-Iran non è da vedere solo in modo negativo, il rischio che l’Iran arrivi all’armamento nucleare e che lo utilizzi anche come minaccia è remoto (il Pakistan, l’India e la Corea del Nord hanno già missili a testata nucleare, ma esiste tutta una diplomazia che ha fatti sì il nucleare non siano mai più stato usato dal 1945) anche perché dopo la successione di Hassan Rouhani al posto di Mahmoud Ahmadinejad in Iran tira aria di riformismo e di moderazione. Probabilmente questo accordo, anche se sulla carta è rischioso, potrebbe essere l’occasione giusta per recuperare i rapporti con un importante partner dello scacchiere mediorientale e allontanarlo dalle posizioni estremiste e fondamentaliste.
Previsioni:
l’Iran condurrà una guerra all’IS insieme a Russia, Stati Uniti e Francia. L’amministrazione Obama chiuderà le trattative con l’Iran e la Russia e la partita siriana lasciando un’onorevole via di uscita al regime di Assad che eviti al Paese di finire nelle mani dei radicali islamici.
Suggerimenti:
Il migliore: 1) L’Iran ammorbidisce le proprie posizioni politiche e religiose, aprendosi all’Occidente senza rinunciare alla propria autonomia e al rapporto privilegiato con Russia e Siria.
Creare uno Stato di unità nazionale in Siria e uno in Iraq (equilibrio sciiti e sunniti nelle istituzioni, come nell’attuale Libano).
Creare uno Stato indipendente curdo che comprenda i territori dove i curdi sono in maggioranza (parte di Siria, Iraq, Iran e Turchia).
In alternativa: 2) Creare uno Stato Islamico, un Paese cuscinetto tra Siria occidentale, Iran e Iraq del sud che comprenda le popolazioni a maggioranza sunnita.
Creare uno Stato indipendente curdo che comprenda i territori dove i curdi sono in maggioranza (parte di Siria, Iraq, Iran e Turchia).
Creare uno Stato sciita dell’Iraq del Sud (o annetterlo all’Iran come compensazione per la creazione dello Stato Islamico sunnita).

Mappa etnico-religiosa Iran
Mappa etnico-religiosa Iran
Mappa sunniti e sciiti nel mondo islamico
Mappa sunniti e sciiti nel mondo islamico

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Concerto dei Laibach in Corea del Nord


Laibach at Pyongyang
Laibach at Pyongyang
I Laibach sono un gruppo sloveno legato alla scena industrial che spaziano i generi tra il neofolk, l’industrial e il musical.
Sono la prima band occidentale ad aver calcato i palcoscenici della Corea del Nord. Il 18 agosto 2015 hanno riempito il Panghwa Arts Theatre, a Pyongyang, in un evento seguito da 1.500 spettatori. “Tutti sono rimasti seduti ai loro posti per tutto il tempo e non ci sono stati applausi o cori, ma è la norma ai concerti qui”, ha detto Simon Cockerell, il general manager della Koryo Tours.
Ma la loro caratteristica principale è quella di essere fraintesi, a partire dal genere: molti giornalisti hanno definito la loro musica rock, industrial-metal, hip hop (e vi consiglierei di cercare tra le varie testate a chi la spara più grossa), ma questo è nulla in confronto alla loro attidutine e ai messaggi delle loro canzoni. Alcuni (mica sconosciuti, parlo delll’ANSA) sono certi che siano “famosi anche per le loro performance con uniformi militari e simboli autoritari che toccano temi che richiamano socialismo e marxismo” (e questo giustificherebbe la loro presenza in Corea del Nord), per altri hanno un’immagine ambigua, con venature di nazionalismo, tanto che alcuni l’accusano di essere fascista.
Prima erano fascisti, ora sono comunisti. Tutto qua.
Nessuno che faccia un’analisi semiotica, sul linguaggio delle dittature, dei regimi e dei media di massa, o sulla visione politico-storica della Slovena, Paese a cavallo tra la mitteleuropa tedescofona e i Balcani polveriera d’Europa in due guerre nonché porta d’accesso di flussi migratori anche in questi giorni.
Se si andassero a leggere i testi di una discografia estesa ma non sterminata, capirebbero che la critica è estesa in tutte le direzioni, dalle dittature, al “regime” degli Stati Uniti, al Vaticano.
Kremo at Torriglia
Kremo at Torriglia

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Corea del Nord, Kim Jong-un dichiara lo stato di guerra contro la Corea del Sud


Il capo supremo della Corea del Nord Kim Jong-un ha ordinato ai suoi generali di mobilitare le forze armate e di prepararsi a entrare in “quasi stato di guerra”, posizionandosi nelle aree di prima linea con la Corea del Sud. La decisione del capo supremo del regime nordcoreano è arrivata a seguito di un intenso scambio di colpi di artiglieria pesante verificatosi ieri sul confine occidentale. Dura la replica del ministro della Difesa di Seoul: “Risponderemo con forza a qualunque tipo di attacco e la Corea del Nord dovrà assumersi tutta la responsabilità per questo tipo di azioni di rappresaglia”.

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Tutte le vergogne del mondo


Il governo ungherese ha appena annunciato che costruirà una barriera al confine con la Serbia per impedire ai migranti di entrare nel Paese. La recinzione  sarà lunga 175 chilometri e alta più di 4 metri. Ecco tutte le barriere esistenti nel mondo (fonte Internazionale.it):

Arabia Saudita–Yemen
Anno di costruzione: 2013
Lunghezza: 1.800 chilometri
Motivo: impedire presunte infiltrazioni terroristiche

Ceuta e Melilla–Marocco
Anno di costruzione: 1990
Lunghezza: 8,2 chilometri e 12 chilometri
Motivo: bloccare l’immigrazione irregolare dal Marocco nelle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla

Cipro zona greca–zona turca, linea verde
Anno di costruzione: 1974
Lunghezza: 300 chilometri
Motivo: il muro corrisponde alla linea del cessate il fuoco voluto dall’Onu in seguito al conflitto che divise l’isola

Bulgaria-Turchia
Anno di costruzione: 2014
Lunghezza: 30 chilometri
Motivo: arginare i flussi migratori provenienti da est

Iran–Pakistan
Anno di costruzione: 2007
Lunghezza: 700 chilometri
Motivo: proteggere il confine dalle infiltrazioni dei trafficanti di droga e dei gruppi armati sunniti

Israele–Egitto
Anno di costruzione: 2010
Lunghezza: 230 chilometri
Motivo: contrastare terrorismo e immigrazione irregolare

Zimbabwe–Botswana
Anno di costruzione: 2003
Lunghezza: 482 chilometri
Motivo: la motivazione ufficiale è contenere i contagi tra il bestiame ed evitare lo sconfinamento delle mandrie, ma in realtà la motivazione sembrerebbe essere quella di impedire l’arrivo di migranti irregolari

Corea del Nord–Corea del Sud
Anno di costruzione: 1953
Lunghezza: 4 chilometri
Motivo: la divisione delle due Coree in seguito alla guerra del 1953

Marocco–Sahara occidentale, Berm
Anno di costruzione: 1989
Lunghezza: 2720 chilometri
Motivo: difendere il territorio marocchino dal movimento indipendentista Fronte Polisario

Irlanda, Belfast cattolica–Belfast protestante, peace lines
Anno di costruzione: 1969
Lunghezza: 13 chilometri
Motivo: separare i cattolici e i protestanti dell’Irlanda del Nord

Stati Uniti–Messico, muro di Tijuana
Anno di costruzione: 1994
Lunghezza: 1.000 chilometri
Motivo: impedire l’arrivo negli Stati Uniti dei migranti irregolari messicani e bloccare il traffico di droga

Israele–Palestina
Anno di costruzione: 2002
Lunghezza: 730 chilometri
Motivo: impedire l’entrata in Israele dei palestinesi, prevenire attacchi terroristici

India–Pakistan, line of control
Lunghezza: 550 chilometri
Motivo: dividere la regione del Kashmir in due zone, quella sotto il controllo indiano e quella sotto il controllo pachistano

India–Bangladesh
Anno di costruzione: 1989
Lunghezza: 4.053 chilometri
Motivo: fermare il flusso di immigrati provenienti dal Bangladesh, bloccare traffici illegali e bloccare infiltrazioni terroristiche

Pakistan–Afghanistan, Durand Line
Lunghezza: 2.460
Motivo: chiudere i contenziosi territoriali tra i due stati che risalgono all’epoca coloniale

Kuwait–Iraq
Anno di costruzione: 1991
Lunghezza: 190 chilometri
Motivo: arginare un’eventuale nuova invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, dopo la guerra del golfo

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Il dittatore coreano fa sbranare lo zio da 120 cani


Kim Jong-Un
Kim Jong-Un
In Corea del Nord, il dittatore Kim Jong-Un Jang, dopo aver fatto arrestare, nelle settimane precedenti, lo zio Song-Thaek, ex numero Due, per alto tradimento (per un tentativo di colpo di Stato), lo avrebbe gettato nudo in una gabbia e fatto sbranare vivo da un branco di 120 cani affamati: le bestie sarebbero state lasciate appositamente senza cibo per svariati giorni. La scena atroce è durata un’ora ed è stata assistita dal leader stesso e da 300 funzionari.
la notizia è stata data da un autorevole quotidiano cinese, ma non ci sono altre conferme.
Il fatto che sia stato un giornale cinese a darne notizia è sintomo che non c’è perfetta sintonia tra regime cinese e quello nordcoreano.

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Notizia da niente: la Russia ha piazzato missili contro l’Europa


La Russia ha piazzato i suoi missili Iskander M (nome in codice Nato SS-26 Stone) al confine con l’Europa.
Igor Konashenko, portavoce del ministero della Difesa russo, ha confermato l’annuncio del giornale tedesco Bind, sottolineando come questo dispiegamento non sia contrario agli accordi internazionali.
Anche la NATO ha un sistema missilistico in Europa: si chiama Thaad – letteralmente Difesa d’area terminale ad alta quota – e consiste in diverse batterie di missili tipo Patriot chiamati SM-3, missili senza potere offensivo, sono cioè sprovvisti di una carica esplosiva che servono per abbattere gli eventuali missili che potrebbero essere lanciati contro l’Europa da paesi come Corea del Nord, Iran e Russia.

Missili anti Nato
Missili anti Nato

Così la Russia ha piazzato delle batterie missilistiche nei pressi di Kaliningrad, un’enclave russa tra Polonia e Lituania. I missili a corto-medio raggio Iskander M sono degli ordigni concepiti proprio allo scopo di eludere gli scudi anti-missile della Nato. Con una velocità pari a settemila chilometri all’ora e una portata di oltre quattrocentoquindici chilometri, questi missili potrebbero facilmente colpire città tedesche come Berlino, Dresda o Lipsia.
Ma analizziamo la situazione.
Da anni l’Europa cerca di inglobare sempre più Stati che fino a qualche decennio fa erano sotto il controllo di Mosca e in questa corsa verso est lo stesso Putin ha più volte dimostrato una mal celata irritazione. La situazione diventa chiara se prendiamo per esempio le proteste ucraine: gran parte della popolazione è scesa in piazza in questi giorni per dimostrare la voglia di entrare nell’Unione Europea e lasciarsi alle spalle la propria dipendenza dai russi, ma i politici al potere hanno all’Europa preferiscono la Russia, grande dispensatore di gas naturale, che ha usato negli inverni più rigidi come ricatto per l’intera Europa, minacciando di chiudere le condutture e dettando le propre leggi economiche).
Il messaggio russo è chiarissimo, come nel migliore stile del Cremlino, ovvero «siete arrivati fin qui ma non proseguirete oltre»
Aggiungiamoci anche che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non parteciperà alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Sochi in Russia e che a guidare la delegazione americana sarà Billie Jean King, celebre campionessa di tennis, membro del President’s Council on Fitness, Sports and Nutrition e icona del movimento gay.
Il messaggio di Obama non potrebbe essere pià chiaro: le politiche discriminatorie attuate da Valdimir Putin nei confronti delle persone omosessuali sono da condannare.
Eccovi serviti un bel revival di Guerra Fredda, come all’epoca delle Olimpiadi di Mosca del 1980.

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Il 15 aprile la Corea del Nord lancerà missili contro la Corea del Sud?


Ieri, 10 aprile 2013 la Corea del Nord ha spostato due missili a medio raggio Musudan, finora tenuti in un hangar nella città di Wonsan, sulla costa orientale del Paese, mentre nella provincia di Hamgyeong meridionale vi sono veicoli che sembrerebbero rampe di lancio mobili. I missili Musudan hanno un raggio di gittata tra i 3 e i 4000 chilometri, il che vuol dire che potrebbero colpire la Corea del Nord, il Giappone e persino la base Usa a Guam. Seul ha dispiegato tre cacciatorpedinieri, un velivolo per la sorveglianza aerea e un sistema di radar di terra. Kim Jong-un potrebbe lanciare un missile proprio il prossimo 15 aprile, giorno in cui è nato il Kim Il-sung, “mitico” fondatore del partito e nonno dell’attuale leader.
La Corea del Nord è tornata oggi ad accusare il governo di Park Geun-hye di aver provocato la crisi e ha minacciato di chiudere il complesso industriale di Kaesong (in territorio sudcoreano in cui lavorano operai nordcoreani, unico progetto intercoreano). Per parte sua, il ministro dell’Unificazione della Corea del Sud è tornato a chiedere il dialogo e anzi il governo sudcoreano ha annunciato che, nonostante le continue minacce, continuerà a inviare aiuti umanitari alla popolazione stremata del Nord.
Il grande bluff continua e anche il lancio dei missili (quasi certo) servirà a contribuire allo “spauracchio” nordcoreano.

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Il grande bluff della Corea del Nord


Dopo aver inaugurato lo “stato di guerra” contro la Corea del Sud, e aver minacciato la guerra, anche nucleare, con gli Stati Uniti (e le sue basi nel Pacifico), Kim Jong-un ha fatto trasportare due missili Musudan a media gittata in treno verso la costa orientale e li ha caricati su mezzi equipaggiati per il lancio.
Tutti i Paesi, tranne la Cina, stanno ritirando i propri diplomatici (e i propri cittadini) dalla Corea del Nord, e la notizia sta facendo il giro del mondo.
Ma il dittatore coreano Kim Jong-un è circondato da un alone di mistero: su di lui si sa che è il più giovane leader di un Paese al mondo (ma non si sa se abbia compiuto o meno i 30 anni, infatti è nato l’8 gennaio, ma non è chiaro se del 1983 o del 1984), ha studiato a Berna, in Svizzera, e altre scemenze del tipo che ama Eric Clapton, si è fatto un intervento plastico per assomigliare di più a suo padre King Jon-il, e che sia addiruttura sia stato tenuto nascosto fino alla sua nomina.
Tutto questo alone di surreale mistero ci fa pensare che la sua idea di mondo sia simile a quella del Risiko e che le sue decisioni abbiano l’intento di cusare chiasso internazionale (fino a scomodare persino un redivivo Fidel Castro!) e di risvegliare l’orgoglio nazionale. La Corea del Nord, infatti, sta passando una grande crisi, mentre i cittadini coreani a sud del 38° parallelo (più o meno il confine tra le due Coree) stanno vivendo da qualche anno un boom economico (Samsung, LG, Hyundai, Daewoo‎, Kia hanno ormai conquistato il mercato occidentale). Questa disparità tra le due Coree è il vero nocciolo della questione che, aggiunto alla presenza di un leader così giovane, portano a un’instabilità interna della Corea del Nord che può essere superata facendo leva sull’orgoglio nazionale.
Il bluff sta riuscendo, anche perché ci sono reali motivi per aver paura. L’Occidente e l’America dovrebbero comunque interpretare la situazione, evitando di rispondere con le provocazioni alle provocazioni, e non fare leva sulla diffusione del panico nel mondo.