Il giorno dopo si scusa alla trasmissione La Zanzara di Radio24 sostenendo di “essere stato frainteso”.
Non vogliamo qui tirare fuori la peggiore delle ferite della democrazia italiana dal 1945 a oggi. Ma due appunti è chiaro tenerli a mente: un interlocutore super partes, la corte di Strasburgo, chiede all’Italia una legge per un reato commesso senza che esista una legislazione adeguata a una democrazia moderna (la tortura), se questa richiesta non venisse seguita, l’Italia rischierebbe l’spulsione dall’Europa per mancanza di garanzie civili, al pari delle dittature. Nonostante ciò, i poliziotti vendicatori di Genova insistono a voler reiterare quello che oltre a essere stata una tortura, è un’evidente apologia di fascismo. Del resto, se sono impuniti, a loro viene anche naturale parlare così. W il duce, mors tua vita mea, botte e scarpate per vendicarsi di un gruppo di black bloc che spaccò vetrine coperte da assicurazioni e un po’ di materiale delle Forze dell’Ordine. In quel caso si volle “risarcire” i danni con la tortura a suon di “Viva l’Italia e Viva il Duce”. Una cosa degna dei peggiori naziskin da stadio. Però erano in divisa, e allora sono giustificati, ed è invece responsabile chi protestava che doveva “isolare i violenti”, come se fosse facile e naturale. Questo è un pensiero molto comune, assolutamente criptofascista, di chi addossa tutta la responsabilità ai teppistelli “neri”, appoggiando i teppistelli in divisa.
Ripeto, non voglio aggiungere giudizi a una vicenda che pare esasperi gli animi più di altri eventi mondiali anche più gravi, concludo dicendo che per me Carlo Giuliano non è un eroe, semmai un simbolo, comunque un personaggio che ho omaggiato con un racconto assolutamente apolitico: “Il diario del Senatore Giuliani”, che potrete leggere nella raccolta “NeXT-Stream. Oltre il confine dei generi”, acquistabile unn po’ dovunque in rete a solo 1,99 euro.
Viva l’Italia.