Ecco il discorso tenuto dal presidente Lukha B. Kremo nell’ambito del reading collettivo del Visceral Connection tenutosi al Blam di Mialno il 2 marzo 2013.
“Venendo qua pensavo a qualcosa d’interessante da dire a degli ascoltatori mediamente sensibili e molto ricettivi. Qualcosa che potesse stimolare la loro immaginazione, che è già esponenziale. Davvero difficile, e che fine avrebbero fatto le mie parole, quale sarebbe stato il loro effetto? Increspature di ossigeno e azoto si sarebbero lanciate per farsi rapire dalle loro orecchie, che avrebbero criptato gli sbalzi pneumatici in codice cerebrale elettrochimico creando uno schema disposizionale in parte nuovo nei loro cervelli. Una volta svuotata la cache della memoria a breve termine, sarebbe rimasta qualche traccia nei loro neuroni? Queste tracce, sarebbero poi state richiamate per eventuali comportamenti? In pratica, avrei condizionato, nel mio piccolo, anche un po’ del loro futuro?
Avrei scaturito in loro un’idea per il lebenswerk, o addirittura il romanzo del secolo?
Oppure tutto sarebbe affogato nell’alcol luppolato?
E perché la seconda ipotesi dovrebbe essere peggiore della prima?
Con una storia intelligente da raccontare ai successori e ai figli, queste tracce di idea si sarebbero potute amplificare, come è destino, nel lungo tempo, di tutte le grandi idee. L’umanità avrebbe preso in considerazione anche questo modo di pensare. Lo schema mentale si sarebbe proiettato in uno schema sociale. E quello schema sociale avrebbe garantito la stabilità sufficiente per la ricerca scientifica, e la ricerca scientifica avrebbe fatto comprendere all’uomo la possibilità di sfuggire al Big Rip, la morte termica, la fine dell’Universo. L’uomo, tra 10 miliardi di anni, sarebbe riuscito a interagire con il bosone di Higgs come si fa oggi con l’energia solare. E un altro universo, un altro continuum spaziotemporale, avrebbe garantito all’umanità altri 30 miliardi di anni. E così via, da un universo all’altro, in eterno.
E invece no, oggi mi sono dilungato a parlare di ipotesi, di timori o auspici, solo per egoismo, per autocompiacimento. E allora gli ascoltatori si sono annoiati, depressi, chiusi in se stessi, e i loro cervelli hanno rappresentato schemi disposizionali di rinuncia, di stanchezza. Nessun romanzo è uscito dalle loro menti, e qualcuno ha rinunciato anche ad avere una prole. Nel lungo tempo, amplificarsi è il destino delle grandi idee, anche se sono di morte. E la gente smetterà di riprodursi, di accoppiarsi, di amare. La società metterà in secondo piano l’importanza della riproduzione e la sterilità non sarà più considerata un problema. E così l’umanità, nel giro di qualche migliaio di anni, si estinguerà per sterilità. Questo è il suo destino. Non ce ne facciamo nulla di un universo che dura miliardi di anni.
Ma allora, che ne facciamo del principio antropico ultimo, eh? Che sostanzialmente dice che se l’universo è così vasto e duraturo, serve per sviluppare dati organizzati da un’intelligenza.
Termodinamiche nemiche, energia oscura, particelle esotiche, paradossi quantistici. Cosa rispondete alla teoria delle stringhe, eh? alla Teoria M, ai multiversi e alle P-Brane.
Le Pi-Brabe. Mi interesserebbe sapere cosa rispondete alle P-Brane, gli oggetti multidimensionali che stanno alla base del nostro creato, eh?
Che non ne sappiamo un cazzo, ecco cosa rispondere, e allora muovete le chiappe e la penna, cercate nelle vostre viscere, e poi vomitate, scrivete, scrivete il più possibile, per trovare la poesia ispiratrice, lo stimolo sociale, la visione del futuro, l’idea giusta, il battito di ali che porterà la nostra Umanità a superare il confine di questo continuum e durare in eterno, di universo in universo. Perché questo è il nostro destino, oltre alla birra.”
Il riferimento alla Teoria M e agli inframondi, oltre che reali teoria escientifiche, sono la base del romanzo Trans-Human Express e di altri racconti di Lukha B. Kremo.