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Barbados è indipendente dalla corona britannica


Barbados si è autoproclamato ufficialmente una repubblica, rimuovendo la regina Elisabetta dal suo titolo di Capo di Stato. Alla cerimonia, in cui era presente anche il figlio, il principe Carlo, lo stendardo reale britannico è stato ritirato e il governatore generale Dame Sandra Mason ha prestato giuramento come primo presidente dell’isola caraibica.

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Catalogna: Ciudadanos primo partito, ma gli Indipendentisti avranno la maggioranza


Le tre forze indipendentiste (JUNTSxCat, Erc-CatSì e Cup) che già governavano il “Parlament” catalano uscente incassano la maggioranza assoluta dei seggi, 70 su 135, ma non dei voti, arrivando al 47,5 per cento.

Il primo partito è però il centrista unionista di Ciudadanos con 37 seggi. Dietro di lui, a quota 34, l’indipendentista ‘Junts per Catalunya’ dell’ex presidente Carles Puigdemont, fuggito in Belgio.

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Puigdemont ha perso


In risposta al nostro stesso articolo Rajoy ha perso, ecco come si può ribaltare una situazione.

La notizia di oggi, infatti, che il presidente destituito della Catalogna Carles Puigdemont (attualmente in Belgio) non tornerà né a Barcellona né in Spagna a farsi interrogare è una palese dimostrazione di debolezza. Come del resto andare a elemosinare solidarietà all’Europa. Dopo il grave errore del governo spagnolo di ribattere con la violenza al referendum della Catalogna, soltanto un errore piùgrande poteva ribaltare la situazione.

Ora la Catalogna non è regredita a regione non autonoma, e lo resterà fino alle elezioni di dicembre, che potrebbero addirittura lasciare le cose come stanno, con un danno per la regione catalana senza precedenti.

Complimenti a tutti i politici spagnoli, che confermano la loro inadeguatezza (dopo che ci sono volute DUE elezioni per formare un governo).

Per il momento, quindi, la Nazione Oscura Caotica non interromperà le relazioni diplomatiche col governo spagnolo e l’Ambasciata di Spagna e delle Terre Africane rimarrà operativa.

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*** Catalogna: è autodeterminazione? Noi non lo sappiamo


NAZIONE OSCVRA CAOTICA
GOVERNO OSCVRO
QVESITO XXXIII

giorno 8 brumaio 136

  • Siete favorevoli all’Indipendenza della Catalogna [Catalunya]?

Il Governo Oscuro ha votato così:

Commento: il Governo Oscuro ha respinto la dichiarazione d’Indipendenza della Catalogna per Astensione.
Il governo non ha dubbi nell’anteporre l’autodeterminazione dei popoli davanti alle decisioni unioniste calate dall’alto. Detto ciò non è affatto sicuro che l’Indipendenza dichiarata dal governo di Carles Puigdemont sia il volere effettivo del popolo catalano. Infatti il referendum non ha raggiunto nemmeno la metà degli aventi diritto di voto e si è svolto in un clima teso e fuori dalle regole. Il Governo Oscuro è pertanto per indire Nuove elezioni in Catalogna per verificare la vera volontà dei cittadini catalani, che è la primaria nostra preoccupazione.

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La Catalogna dichiara l’Indipendenza


Il Parlament della Generalitat de Catalunya ha approvato la risoluzione che dichiara l’indipendenza unilaterale dalla Spagna e la costituzione della Repubblica catalana. Al voto, avvenuto a scrutinio segreto, hanno partecipato soltanto i partiti indipendentisti. I popolari, i socialisti e Ciudadanos hanno abbandonato l’aula prima dell’inizio. 70 i voti favorevoli, 10 i contrari e due le schede bianche.

Rajoy: “Restaureremo la legalità, voto atto criminale”. Nel frattempo, il governo Spagnolo approva l’articolo 155 che cancella l’autonomia della Catalogna.

L’ambasciatore caotico della Spagna e delle Terre Africane Lukha B. Kremo si è chiuso in gabinetto privato per prendere una posizione ufficiale.

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Rajoy ha perso


Mariano Rajoy ha definito il referendum come una “sceneggiata”. “Non si è svolta alcuna consultazione” ha precisato. Il governo di Madrid si sente “vincitore”.
Ma analizziando meglio la cosa, possiamo tranquillamente dire che il governo centrle spagnolo ha PERSO.
I Paesi Baschi hanno da poco ottenuto una forte autonomia, questo ha sopito i loro desideri indipendentisti. Diversamente, le richieste di autonomia catalane sono state più volte negate e diverse consultazioni ignorate. Il governo catalano ha così deciso di indire il referendum per l’Indipendenza, vincolato (se vincesse il sì) alla dichiarazione d’indipendenza. Il primo errore del Governo Centrale spagnolo è proprio quello di aver permesso di essere arrivati a questo punto. Ascoltando le ragioni basche e non quelle catalane, ha avallato di fatto l’azione violenta del terrorismo organizzato dell’ETA (indipendenteisti baschi). Il secondo errore è stato quello di intervenire militarmente con la violenza per impedire la consultazione popolare. Un governo forte, avrebbe concesso blande autonomie alla Catalogna (per esempio inserendo il catalano come lingua ufficiale di tutta la Spagna a fianco del castigliano) e invece si è cercato lo scontro. I catalani hanno improvvisamente scoperto il vero volto del Governo Centrale di Madrid, che utilizza la repressione per evitare il dialogo.
La Comunità Europea non ha ancora rilasciato comunicatoi ufficiali ma, nonostante l’illegalità palese della consultazione, parte dei singoli governi europei ha condannato le violenze della Guardia Civil spagnola. E questo è il primo indizio della bruciante sconfitta del Governo Centrale che ora sarà costretto a concedere molto di più alla Catalogna, se non addirittura la stessa Indipendenza (che non tutti i catalani desiderano).
La Spagna dimostra ancora una volta (come recentemente incapace di formare una coalizione di governo dopo le elezioni) la sua incapacità politica, ovvero diplomatica e di dialogo, scegliando la strada delle concessioni per violenza (ETA dei Paesi Baschi), o le violenze contro il popolo pacifico (Catalogna). Altro che vittoria, addio Rajoy.

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Catalogna, ferite e carica durante il voto


Chiuse le urne per il referendum sull’indipendenza catalana, dopo una giornata contrassegnata da numerosi scontri tra la polizia di Madrid e i catalani che si recavano ai seggi. Nei seggi di Barcellona e della regione i militanti del Sì all’indipendenza hanno affrontato le forze dell’ordine. Il seggio dove avrebbe dovuto votare il governatore catalano Carles Puigdemont è stato tra i primi ad essere bloccato dalla polizia. Gli agenti, che hanno usato anche proiettili di gomma, hanno caricato la folla in attesa davanti a diversi seggi elettorali. Pesante il bilancio degli scontri: secondo il governo locale, i feriti sarebbero almeno 761.

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Oggi Kurdistan al voto


Si sono aperte nel Kurdistan iracheno le operazioni di voto per lo storico referendum sull’indipendenza. Le conseguenze del voto sono imprevedibili, sia per l’Iraq che per gli altri Paesi dell’area, a cominciare dalla Turchia. Sono chiamati al voto 5,3 milioni di elettori, tra cui i cittadini nella provincia contesa (e ricca di petrolio) di Kirkuk. Ankara minaccia un intervento militare, Baghdad invia le truppe federali.
Notiamo come ne parlino TUTTI i media eh… (ironico).

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La Nazione Oscura vuole Gibraltar come stato Indipendente dell’UE


Dopo il referendum vinto dal Brexit, per Scozia, Irlanda del Nord e Gibilterra si è verificato il paradossale risultato di aver votato in maggioranza per il Remain, dovendo però seguire le direttive del Regno Unito per l’uscita dall’Unione Europea. La Scozia ha già annunciato un nuovo referendum per l’Indipendenza dal Regno per restare in Europa, e sia in Irlanda del Nord che a Gibilterra si fanno discorsi analoghi.

La Spagna pensa di risolvere la secolare “macchia nera” di Gibilterra offrendo il protettorato a Gibilterra. La soluzione otimale, per la micronazione, sarebbe invece una piena indipendenza all’interno dell’Unione Europea, proprio come Malta.

mappa_gibilterra

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La Catalogna vuole l’indipendenza!


Due milioni di votanti su oltre 6 milioni di «elettori» chiamati ad esprimersi. E alla fine un risultato netto, come ci si poteva aspettare: l’80% dei catalani che deciso di partecipare alla consultazione («illegale» secondo il governo di Madrid), ha scelto il sì: vuole che la Catalogna sia uno stato e che sia indipendente.
Il significato politico rimane perché non si può ignorare il segnale lanciato da un terzo dei catalani. Secondo il presidente catalano Arturo Mas, “una giornata di pieno successo”. Ma d’altra parte, per ministro della Giustizia di Madrid, Rafael Català, è stata invece una consultazione “sterile e inutile, un atto di propaganda politica, senza validità democratica”.

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Catalogna indipendente? Si vota, ma per finta


Bandiera della Catalunya
Bandiera della Catalunya
Dopo aver cambiato nome più volte, ed essere passato attraverso due bocciature della Corte Costituzionale spagnola, la consultazione sull’indipendenza catalana in ogni caso si terrà. Artur Mas, Presidente della Generalitat de Catalunya (il Parlamento catalano) dal 2010, lo ha detto chiaramente.
Il giorno designato è oggi, 9 novembre 2014, chaimato anche 9N, scelto perché è l’anniversario della caduta del Muro di Berlino.
Recandosi ai seggi, i catalani si troveranno davanti a un duplice quesito, scritto in catalano, spagnolo e dialetto aranese: «Vuole che la Catalogna sia uno Stato?» e «In caso affermativo, vuole che questo Stato sia indipendente?».
Rispondendo «No» alla prima domanda si esprime la volontà di rimanere parte dello Stato spagnolo. Se invece si barra il «Sì» alla prima domanda e «No» alla seconda, ci si esprime a favore della federalizzazione della Spagna. Il «Sì» a entrambe le domande, infine, è la richiesta di indipendenza assoluta della Catalogna, che diventerebbe Stato a sé.
Il governo spagnolo ha dichiarato il referendum anticostituzionale, ma lo tollera come “espressione di un’opinione”.
Ma ci sono diversi osservatori internazionali, e se dovesse vincere il “Sì” in maniera netta, la cosa potrebbe avere risvolti politici importanti.
L’Ambasciatore Kaotico di Spagna e delle Terre Africane, dalle Canarie, fa sapere di accogliere qualsiasi risultato come “una delle più alte evidenze del volere popolare”.

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*** Scozia: sì all’indipendenza se il whisky sarà ancora migliore!


NAZIONE OSCVRA CAOTICA
GOVERNO OSCVRO
QVESITO XIX

giorno 0 complementaro 133

*La Scozia dovrebbe essere un Paese indipendente?

Il Governo Oscuro ha votato così:

Qvesito 19
Qvesito 19

Commento: il Governo Oscuro è favorevole l’Indipendenza della Scozia.
La votazione del Governo Oscuro sul referendum dell’indipendenza della Scozia è stata una delle più equilibrate svoltesi finora. Il testa a testa tra Indipendentisti e Menefreghisti è stato emozionante, con brindisi finale di whisky scozzese (virtuale).
Le motivazioni in campo sono troppe e diverse, il nazionalismo da un lato fa sempre paura, ma l’imperialismo e il commonwealth dall’altro forse sono strade da abbandonare (del resto la Scozia non uscirebbe dall’Europa), con l’indipendenza c’era la possibilità della nascita di nuove micronazioni: infatti nel mondo la maggior parte delle micronazioni nascono dagli intestizi/conflitti di sovranità tra l’Indipendenza di un Paese (per esempio l’Australia) e la sua “dipendenza” (anche se solo nominale) all’Impero britannico (alla corona). Molte micronazioni non accettano l’Indipendenza de facto di Paesi come l’Australia dalla sovranità britannica e si dichiarano “dipendenze dirette della corona” in quanto non esiste alcun accordo formale e scritto sull’Indipendenza totale dell’Australia (e di altri Paesi) dalla corona britannica.
Interpretando questa votazione del Governo Oscuro, si potrebbe dire che pensi: ok, sì a un’Indipendenza dalla corona britannica, nell’ambito dell’Europa Unita, se possiamo poi brindare insieme a voi con un ottimo scotch whisky, che rimane per noi un filino più importante dell’indipendenza!

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Scozia a un passo dall’indipendenza!


Il 18 settembre 2014 in Scozia ci sarà il referendum per l’indipendenza dal Regno Unito.
Indetto dal Governo scozzese in seguito ad un accordo tra il primo ministro scozzese Alex Salmond e il premier britannico David Cameron, esso porrà agli elettori il seguente quesito: “Dovrebbe la Scozia essere uno stato indipendente?”
Non è la prima volta che succede: nel 1979 venne indetto un primo referendum sulla devoluzione, ma non ebbe successo perché non raggiunse il quorum dei votanti.
L’11 settembre 1997 gli elettori scozzesi approvarono il progetto di autonomia del governo laburista. Il testo fu approvato col 74,3% di sì. Venne costituito un parlamento autonomo secondo gli accordi di devoluzione politica. In un secondo referendum si chiede se dare al parlamento un limitato potere di imposizione fiscale. Il sì vince col 63,5% dei voti.
Questa volta i sondaggi prevedono la prevalenza per l’indipendenza.
L’esponente nazionalista Nicola Sturgeon: “I dati mostrano che sempre più scozzesi stanno arrivando alla conclusione che l’indipendenza è il modo migliore per proteggere il nostro sistema sanitario, la crescita economica, creare lavoro ed essere sicuri di non ereditare di governi conservatori per cui non abbiamo votato ma che invece in Scozia vadano al potere gli esecutivi che abbiamo effettivamente scelto”.
Nel frattempo in questi giorni, propria a causa di queste notizie, la Sterlina sta perdendo punti in tutte le Borse del mondo.
Siete pronti per il Regno Disunito?

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Sulla Crimea


Volevo porre alcune domande, perché sento troppi esperti di politica internazionale (è ironico) che prendono posizione come per una partita di calcio (fascisti contro communisti).
Parlerò in modo semplice, senza usare termini della diplomazia internazionale, così ci capiamo tutti.

Bisogna sapere che:
1) La Russia attua una politica di salvaguardia delle etnie russe fuori dai confini della Russia, che la Nato chiama imperialismo.
2) Gli Stati Uniti hanno basi e militari in tutto il mondo e controllano Afghanistan e Irak, e la Russia chiama ciò imperialismo.
3) In Crimea hanno votato i cittadini e il referendum ha superato il 98% a favore dell’indipendenza dall’Ucraina e l’annessione alla Russia, la Nato dice che è “illegittimo” (che non vuol dire che ci sono stati brogli, ma perché va contro il “principio dell’unità degli Stati”).
4) In Kosovo si è fatto un referendum e l’etnia più numerosa albanese ha ottenuto l’indipendenza dalla Serbia, ma la Russia e La Serbia non riconoscono il Kosovo.

Qualcuno mi dice, per cortesia:
1) Per quale motivo è contro l’indipendenza della Crimea, visto il risultato del referedum?
2) La differenza tra la situazione del Kosovo e della Crimea.

(le risposte sono: 1) Perché sono dalla parte dell’imperialismo Americano e non di quello Russo e 2) Il Kosovo chiedeva la secessione da uno stato dell’impero Russo, la Crimea da uno stato che sta passando dall’impero russo all’Europa e quindi alla NATO)

Tra il Primcipio dell’Unità degli Stati (cha sa tanto di Congresso di Vienna) e l’autodeterminazione dei popoli, cosa scegliereste?
Quando la gente comincerà a pensare con il proprio cervello e non con quello degli altri?

Grazie.

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*** Astensione sulla Crimea indipendente


NEOREPVBBLICA DI TORRIGLIA
GOVERNO OSCVRO
QVESITO XVI

giorno 24 ventoso 133

*Siete favorevoli all’indipendenza della Crimea?

Il Governo Oscuro ha votato così:

Astensione sull'indipendenza della Crimea
Astensione sull’indipendenza della Crimea

Commento: il Governo Oscuro si astiene sull’indipendenza della Crimea [Respinto per astensione]. L’astensione è quasi unanime e prevale per la terza volta in 16 votazioni, esito legato alla precedente votazione, per cui l’indipendenza della Crimea non è visto (solo) come l’autodeterminazione di un popolo, ma come la macchinazione di un “feudo” russo (e si parla addirittura di annessione alla Russia, che condanniamo in pieno) A tal proposito informiamo che sono diverse le dichiarazioni d’indipendenza di Paesi confinanti con la Russia: Abcazia, l’Ossezia del Sud, la Transnistria, la Gagauzia e
Nagorno-Karabakh.

Vedi l’elenco dei PAESI RICONOSCIUTI dalla Neorepubblica di Torriglia e quelli di cui NON SI CONDANNA L’INDIPENDENZA (ASTENSIONE)
.

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Crimea indipendente


Il Parlamento della Crimea, con 78 voti a favore su 81, ha dichiarato l’indipendenza dall’Ucraina. Kiev ha dichiarato “illegittima” la decisione.
Intanto è ricomparso in Russia Viktor Ianukovich rivendicando di essere ancora “il legittimo presidente dell’Ucraina e il capo delle Forze Armate” e si è detto certo che i soldati “non obbediranno a ordini criminali.
La Nato ha dato il via esercitazioni militari in Polonia, a cui parteciperanno anche caccia statunitensi come gesto di sostegno da parte di Washington agli alleati dopo l’intervento della Russia in Ucraina.
Anche l’Europa si muove: il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha minacciato nuove sanzioni già da questa settimana contro la Russia.
Gli Stati Uniti sono ancora in attesa di una risposta russa alle questioni concrete che il ministro americano ha sottoposto al suo omologo russo.

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*** Buon IX anniversario! (500 di questi post!)


Oggi, 22 dicembre 2013, (0 nevoso 133) inizia il decimo anno dalla nostra Indipendenza e quindi festeggiamo il IX anniversario con il 500° post di questo blog.
Come alcuni di voi sanno, fino all’anno precedente oggi usciva la Gazzetta Ufficiale di Trantor, organo d’informazione ufficiale della NeoRepubblica Kaotica di Torriglia. Dal 132 (2013) abbiamo modificato la sua uscita al 22 settembre (0 vendemmiaio), per evitare l’accumularsi di impegni di fine anno, ma anche perché quel giorno rappresenta l’anniversario della nostra Fondazione (dichiarazione di Autonomia), nonché
l’ultimo giorno dell’anno kaotico (il giorno successivo, 23 settembre, è il Capo Danno, che da due anni viene celebrato con uno sConcerto).
Come sempre, tutto ciò che diciamo è documentabile: infatti l’atto di automonia (Fondazione) venne dichiarato pochi giorni prima, il 18 settembre 2004 a Casier, in provincia di Rovigo: qui potete vedere il Ministro del Nulla Alex Nasi (all’epoca non ancora ministro, ma che conobbe il capo di Stato quel giorno) che proprio in quell’occasione fece una performance di body art “San Sebastiano”.

Fa eccezione la stampa annuale dei francobolli, iniziata nel gennaio 2000 (quindi prima della fondazione della nazione kaotica): negli anni della Gazzetta di dicembre (dal 2004 al 2012) era stata anticipata entro il 21 dicembre per comparire nell’anteprima della Gazzetta stessa; da quest’anno i francobolli torneranno a essere stampati a gennaio (e quest’anno si festeggia il 15° anno consecutivo di stampa!)
Vi auguriamo buon anno in attesa dell’ormai tradizionale “post col botto” del 31 dicembre.

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Due parole sul Sud Sudan


Il 9 luglio 2011 il Sud Sudan ha ottenuto l’indipendenza dal Sudan e 5 giorni dopo è diventato il 193° Stato appartenente all’ONU.
La capitale è Juba, il presidente è Salva Kiir Mayardit.
L’indipendenza è stat ottenuta alla fine di un processo che è durato circa 30 anni.
L’accordo di pace del 2005 ha decretato la fine alle guerra civile incominciata alla fine degli anni ’70 causando un milione e mezzo di morti. A gennaio 2011 un referendum ha ratificato l’indipendenza con il 99% dei consensi.
Il Paese è a maggioranza cristiana e animista, rispetto alla maggioranza musulmana del Sudan di Khartoum, è tra i più poveri al mondo e un bambino su sette muore prima dei 5 anni, ma è ricco di petrolio, fino a poco tempo fa sfruttato dal governo sudanese di Khartoum (del presidente Omar Al-Bashir, accusato, proprio per questa guerra civile, di crimini contro l’Umanità).