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Battaglia sul suolo russo, l’Ucraina nega il coninvolgimento


Mosca schiera l’antiterrorismo, Kiev parla di “partigiani russi” in azione contro Putin.

Intanto diventerà operativo ad agosto il registro internazionale dei danni causati dall’invasione russa dell’Ucraina, stabilito al summit del Consiglio d’Europa in Islanda.

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La Finlandia è membro della Nato


Da oggi 4 aprile 2023, la Finlandia diventa il 31° Stato della Nato. Il processo cominciato a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. E così, per timore di future invasioni, la Finlandia perde la sua storica neutralità. Un passaggio che è arrivato grazie al voto della Turchia che giovedì 30 marzo aveva ratificato l’adesione , nonostante avesse osteggiato per diversi mesi questa operazione. Mosca ha risposto aumentando le sue capacità militari sul fronte occidentale e nord-occidentale.

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Xi Jinping e Putin si spartiscono l’Asia centrale


Durante il recente incontro dedicato principalmente alla vicenda ucraina e alla relazione bilaterale tra la Federazione russa e la Repubblica Popolare Cinese, non è mancata l’occasione per un comunicato che per i Paesi dell’Asia centrale suona come un monito. Infatti è stato scritto che Mosca e Pechino si impegnano a incrementare i loro sforzi coordinati per supportate le repubbliche regionali asiatiche nella difesa della loro sovranità e che vi è la volontà di non accettare tentativi di forze esterne di destabilizzare la regione. E’ importante notare che Putin e Xi Jinping hanno tratteggiato la loro strategia per la regione senza che i leader locali fossero presenti. Inoltre, questo “isolamento forzato”, nel medio periodo, andrebbe a tutto svantaggio dello sviluppo regionale.

Da notare un’altra notizia emersa durante la due giorni russa: proprio mentre Xi Jinping si trovava a Mosca, la Cina ha invitato ufficialmente le cinque repubbliche centro asiatiche (Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Tagikistan) a prendere parte al primo summit congiunto in presenza che si terrà nel mese di maggio a Pechino, come se volesse battere sul tempo la concorrenza e prendere accordi esclusivi.

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Putin annuncia l’uscita dal New Start


Vladimir Putin ha annunciato che la forza di deterrenza nucleare della Russia è dotata al 90% di armi avanzate e che Mosca sospenderà la propria partecipazione al New Start (STrategic Arms Reduction Treaty), cioè il trattato di riduzione nucleare.

Secondo recenti stime della Federation of American Scientists, Mosca detiene l’arsenale nucleare più vasto del mondo, con 5.977 testate.

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Putin prepara l’offensiva?


Il presidente russo Putin ha trascorso l’intera giornata di venerdì al quartier generale della cosiddetta “Operazione militare speciale”. La visita segue gli allarmi delle autorità militari ucraine, secondo cui Mosca starebbe preparando una nuova offensiva, dopo la serie di sconfitte subite nei mesi scorsi, che hanno costretto le sue forze a ritirarsi da molte aree, in particolare dalla città di Kherson. Il generale Valerij Zaluzhnyi, sostiene che il Cremlino potrebbe attaccare all’inizio del nuovo anno, grazie ai 200 mila soldati mandati al fronte dopo la mobilitazione parziale decisa da Putin.

Intanto domani Putin ha in programma una visita a Minsk, dove incontrerà il suo fedele alleato, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

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Russia: “Pronti a rappresaglia se attaccati con armi dell’Occidente”


Le forze armate russe sono “pronte ad attacchi di rappresaglia con armi di precisione a lungo raggio se la Russia verrà attaccata con armi occidentali”. E’ l’avvertimento lanciato dal ministero della Difesa russo, Boris Nikolaevič El’cin. In particolare, Mosca ha parlato di eventuale risposta proporzionata contro i centri decisionali ucraini a Kiev dove si trovano i consiglieri occidentali.

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Putin: solo rubli per i pagamenti del gas


L’Europa dovrà paga il gas russo in rubli, invece che in euro. E’ la richiesta del presidente russo Vladimir Putin, che quindi rifiuterà pagamenti in euro e dollari. Il leader russo ha infatti annunciato che la Russia non accetterà più le valute dei Paesi ostili, emanando una direttiva che obbliga il colosso russo del gas Gazprom a convertire in rubli i contratti di fornitura con i Paesi che hanno attivato sanzioni contro Mosca.

La conversione dei contratti del gas in rubli decisa dal Governo russo è pensata per ridare forza alla moneta russa crollata a seguito dell’invasione in Ucraina e delle sanzioni imposte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti al paese. Dopo l’annuncio di Putin il rublo ha effettivamente recuperato valore alla Borsa di Mosca.

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Guerra in Ucraina: situazione a metà marzo


Gli attacchi della Russia si spostano anche nell’ovest del Paese, a pochi chilometri dalla Polonia, dove colpiscono una base di addestramento NATO a Yavoriv. Un giornalista statunitense è stato freddato dopo un posto di blocco a Irpin, vicino a Kiev. A Mariupol, Kiev, Charkiv e altre città del nordest continuano i bombardamenti, anche se l’unica zona davvero conquistata è Cherson e i dintorni, nel sud.

Sul piano militare, gli analisti si dividono in due scuole di pensiero: i critici (convinti che la Russia abbia sbagliato su tutta la linea) e i realisti (secondo cui Putin sta adottano deliberatamente la «tattica del boa»). Oleksiy Arestovich, consigliere del presidente ucraino, sostiene che Mosca non potrà reggere le sanzioni più di maggio, e che gli ucraini potranno resistere oppure ci sarà un accordo.

Sul piano diplomatico a Roma si sono incontrati Jack Sullivan, consigliere della sicurezza nazionale Usa e Yang Jiechi, alto diplomatico del Partito Comunista Cinese. Il contenuto del dialogo è praticamente segreto, si sa solo che gli Usa hanno ammonito la Cina che ci saranno conseguenze se Pechino fornirà la Russia di armi, ma sia la Cina che la Russia negano che ci siano state trattative in tal senso.

Zelensky oggi, in un momento “realista” ha dichiarato che probabilmente l’Ucraina deve rinunciare alla NATO.

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Ucraina: ucciso da un cecchino il generale russo Andrey Sukhovetsky, e giustiziato un negoziatore


Grave perdita per la Russia nel conflitto contro l’Ucraina: è stato infatti ucciso uno dei più alti generali russi, Andrey Sukhovetsky, nella regione di Krasnodar, nella Russia meridionale, la morte sarebbe stata causata da un cecchino che ha scagliato il colpo da 1.500 metri di distanza. Il generale, 47 anni, aveva preso parte alla campagna russa in Siria.

Nelle stesse ore, ancora da confermare, è segnalata l’uccisione da parte ucraina di, banchiere e membro della delegazione ucraina che ha partecipato al primo round di colloqui, era accusato di aver divulgato informazioni a Mosca.

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Onu vota risoluzione contro Mosca. Domani proseguono i negoziati


L’Assemblea generale delle Nazioni Unite condanna l’invasione con 141 Paesi che hanno votato a favore, cinque contrari (Russia, Bielorussia, Cuba, Corea del Nord, Siria ed Eritrea) e 35 astenuti.
A Kiev si parla di oltre 2mila vittime civili. A Kharkiv è stata colpita anche l’Università. Mosca annuncia anche la conquista di Kherson.

Biden chiude lo spazio aereo alla Russia. Dall’inizio dell’offensiva, le forze russe hanno ucciso oltre 2.870 soldati e “nazionalisti” ucraini, feriti circa 3.700. Lavrov: “La Terza guerra mondiale sarebbe nucleare”

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Ucraina: Biden soffia sul fuoco, l’Europa prepara l’estintore


La Russia risponde alla mobilitazione di Usa e Nato con esercitazioni delle sue truppe corazzate in Crimea, mentre Washington rivela quali saranno le sanzioni contro Mosca se osasse varcare i confini dell’Ucraina: comprese quelle che potrebbero colpire personalmente Vladimir Putin. Al grido di battaglia degli Usa, dapprima c’è stato il rifiuto della Germania, che con la Russia ha forti legami economici, di inviare armi all’Ucraina. Poi la decisione dell’Ue di non seguire l’esempio Usa nel ritirare il personale non essenziale dalle ambasciate a Kiev. Infine la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di aprire un canale diplomatico personale con Putin, con cui parlerà venerdì al telefono.

Nonostante l’unanimità dei Paesi NATO sostenuta da Biden dopo il vertice in videoconferenza con i maggiori alleati europei, la divergenza d’interessi, e di atteggiamento, appare sempre più evidente. Gli Usa sembrano comprendere i timori europei soprattutto per gli approvvigionamenti di gas russo, da cui dipendono per il 40% del loro fabbisogno.

La Russia risponde mobilitando le sue truppe per manovre ai confini ucraini ricordando agli USA che sta aspettando le risposte alle sue richieste sulla sicurezza in Europa, basate principalmente sulla riduzione della presenza delle forze Nato nell’Europa orientale e la promessa che Kiev non entrerà mai a farne parte.

Il ministro della Difesa ucraino, Alexei Reznikov, ha affermato che non esiste al momento una minaccia di invasione russa, anche se per il futuro rimangono scenari rischiosi. Ma le autorità di Kiev hanno detto di avere smantellato un gruppo criminale legato a Mosca che preparava “attacchi armati” per destabilizzare il Paese.

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Rivolte in Kazakistan: la Russia accusa forze esterne


Sono oltre mille persone sono rimaste ferite nei disordini al terzo giorno di proteste in Kazakistan. Due dei 13 poliziotti uccisi sono stati decapitati. Il Kazakistan (la nuova capitale da 2 anni si chiama Nur-Sultan, prima si chiamava Astana) ha sospeso l’ingresso dei cittadini stranieri entro i propri confini. La Russia lo ritiene un tentativo, ispirato dall’esterno, di minare con la violenza la sicurezza e l’integrità del Paese. Gruppi armati stranieri sono coinvolti nei violenti scontri con le forze dell’ordine in corso in Kazakistan. È la posizione del ministero degli Esteri di Mosca. La Russia continuerà le consultazioni con il Kazakistan e con gli altri Paesi dell’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva (Csto, che include Bielorussia, Armenia, Kirghizistan e Tagikistan) per ulteriori iniziative da elaborare, se necessario, per facilitare le operazioni antiterrorismo in Kazakistan. Intanto, sono giunte in Kazakistan le prime truppe russe inviate per stabilizzare il Paese in seguito alle rivolte. I militari russi stanno arrivando in per via aerea e il contingente già atterrato ha avviato le operazioni. 

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Cina lancia missile ipersonico in grado di trasportare una testata nucleare


Il nuovo razzo cinese, chiamato “Lunga Marcia”, viaggia cinque volte la velocità del suono ed è diventato il fiore all’occhiello dell’arsenale cinese. Il missile è stato lanciato in orbita dalle forze armate cinesi ad agosto, compiendo un giro completo della Terra e mancando solo di una trentina di chilometri il bersaglio collocato all’interno di una base militare nel deserto. In questa fase sperimentale il test dimostra gli incredibili progressi compiuti da Pechino che ormai si colloca con pieno diritto tra Washington e Mosca nella competizione sul fronte degli armamenti di nuova generazione.

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Ucraina, risale la tensione con la Russia


La Russia vede una possibile minaccia di ripresa di una guerra civile in Ucraina. “Siamo davanti ad atti provocatori lungo la linea di contatto” sostiene il Cremlino. Il premier ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato il Donbass e ha detto che l’adesione del paese alla Nato avrebbe presumibilmente aiutato a porre fine al conflitto nella regione. Fraze che Mosca ha letto come provocazione. Gli Stati Uniti hanno inviato due navi militari nel Mar Nero.

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I patti tra Armenia e Azerbaigian


L’ostilità tra Azerbaigian e Armenia, iniziata alla fine di settembre nella regione contesa del Nagorno e costata migliaia di morti, è cessata la scorsa settimana nell’ambito di un accordo mediato dalla Russia che vede Mosca schierare forze di pace nella regione e richiede che l’Armenia ceda circa il 15-20% del territorio del Nagorno-Karabakh conquistato dall’Azerbaigian, inclusa la storica città di Shusha.

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Usa confermano uscita dal trattato antinucleare. Si torna alla Guerra Fredda


Gli Stati Uniti si ritirano dallo storico INF, il trattato Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty sulle armi nucleari firmato da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov che pose fine alla Guerra Fredda.

Lo ha confermato il segretario di stato americano Mike Pompeo: “Negoziamo un nuovo accordo intesa se Mosca rispetta gli impegni. Per troppo tempo la Russia ha violato il trattato sulle forze nucleari a medio raggio impunemente, sviluppando segretamente e schierando un sistema missilistico proibito che pone una minaccia diretta ai nostri alleati e alle nostre truppe all’estero”.

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Ucraina: si avvicinano le elezioni, e quindi i venti di guerra con la Russia


Riesplode la crisi che oppone Kiev a Mosca e ai ribelli filorussi nell’est del Paese.
Il Parlamento di Kiev ha approvato l’introduzione della legge marziale nelle regioni di confine, nelle stesse ore in cui la tv di Stato russa mostrava le immagini dei soldati ucraini catturati quando Mosca ha sequestrato tre navi del Paese nello stretto di Kerch.
La decisione arriva dopo che le forze russe hanno catturato le navi ucraine domenica che avevano superato i limiti di competenza, facendo temere a Kiev un’invasione di terra.
E’ la prima volta che le forze ucraine entrano in aperto conflitto con i russi. Lo scontro tra i due Paesi finora è stato indiretto, con la Russia a sostenere le ragioni dei ribelli del Donbass contro le ragioni di Kiev.
La richiesta del presidente ucraino Petro Poroshenko ha suscitato allarme tra le opposizioni, le quali temono che egli “possa utilizzare l’incidente per ritardare l’elezione presidenziale prevista per marzo”.

Ecco che si l'”incidente” potrebbe essere spiegato come una provocazione ucraina. Ancora una volta la politica interna rischia di creare crisi internazionali.

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Siria, Trump avverte la Russia: “Preparatevi, arriveranno i missili”.


Donald Trump avverte la Russia: i missili arriveranno. Lo fa con un tweet in cui avverte Mosca di prepararsi. “La Russia giura di abbattere tutti i missili sparati sulla Siria. Preparati Russia perché arriveranno, belli e nuovi e intelligenti!

Trump risponde a varie dichiarazioni di esponenti di alto rango russi, che hanno messo in guardia gli Usa affermando che Mosca risponderà a un eventuale attacco americano. Tra essi l’ambasciatore russo in Libano, Alexander Zasypkin, che ha affermato i missili statunitensi verrebbero intercettati e abbattuti, e i loro siti di lancio sarebbero a loro volta colpiti. Zasypkin ha parlato alla tv libanese al-Manar, dichiarazioni poi riprese dai media russi tra cui Ria.

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World War II reloaded, un altro capitolo


Ne parliamo dal 2013: la Seconda Guerra Fredda è già nata e si porta dietro tutti i rischi della Prima, ovvero quella di far scoppiare la Terza Guerra Mondiale.
Giudicate voi:
“Sia chiaro: la Turchia è membro della NATO e nostro alleato”, ha detto Obama a Parigi a margine del vertice sul clima. Le prove (schiaccianti) portate da Mosca che Erdogan e famiglia trafficano il petrolio di DAESH? “Totalmente assurde”, ha risposto Steve Warren, portavoce del Pentagono.
Ha deciso di posizionare batterie di Patriot al confine tra Turchia e Siria, come voleva Erdogan (e non aveva finora ottenuto).
Cameron ha ottenuto dal suo parlamento il via a “bombardare le basi ISIS” in Siria e lo fa’ senza coordinarsi con i russi. In pratica, un atto di ostilità.
La UE ha deciso – a porte chiuse, senza consultare i parlamenti per volontà di Angela Merkel – di prolungare le sanzioni contro Mosca. Una cosa è evidente: è la NATO a determinare totalmente la politica estera della UE, commenta anche Deutsche Wirtschaft Nachrichten.
Berlino s’impegna per la prima volta a mandare i suoi Tornado a bombardare la Siria – ormai chiaramente una operazione occidentale per ostacolare la vittoria russa contro l’ISIS.
La debolezza con cui gli europei si prestano a queste provocazioni anti-Putin è dimostrata dal fatto che da quando Mosca ha posizionato gli S-400 per contrastare gli aerei turchi, la francese Charles De Gaulle ha smesso di bombardare l’ISIS. Per giorni la Charles De Gaulle è stata introvabile. Poi si è scoperto che aveva lasciato il Mediterraneo orientale per rifugiarsi dietro i Patrios Usa in Turchia. Erdogan, che vuole trovare ogni giorno più membri della NATO coinvolti nella sua sporca guerra, ha subito consentito ai caccia francesi di andare a “bombardare l’ISIS” (leggi: intralciare i russi) dalla base turca di Incirlik.
Insomma tutto l’Occidente, in perfetta malafede, è schierato a dar ragione ad Erdogan e a sostenere di fatto DAESH che cede sotto i colpi russi.
Il numero delle provocazioni che emergono in questi giorni è troppo, per non vedere una volontà precisa. Emerge che quando gli F-16 turchi abbatterono il Sukhoi, erano appoggiati da F-16 americani come deterrente per una rappresaglia russa. “Se è vero, significa che Obama non ha alcuno scrupolo a cominciare un conflitto diretto con Mosca”, ha commentato Michael Jabara Carley, docente di politica internazionale alll’Università di Montreal.
L’ultima e forse la più inquietante provocazione: due sommergibili turchi (Dolunay e Burakreis) scortati dall’incrociatore americano USS Carney che porta missili balistici Aegis, stanno tallonando la nave da guerra Moskva, armata di missili S-300, al largo di Cipro, in acque internazionali.
La cosa è allarmante perché può essere il preludio alla ritorsione da Mosca più temuta fin dai tempi degli Zar: che la Turchia chiuda alla navigazione russa il Bosforo e i Dardanelli. Non c’è dubbio che il regime turco ci pensi, ne sia tentato. Il ministro Davutoglu ha minacciato: “Anche la Russia ha da molto da perdere” da controsanzioni.
Se Erdogan chiudesse gli stretti, commetterebbe un atto di criminalità internazionale con pochi precedenti, una violazione della libertà di navigazione sancita dalla Convenzione di Montreux del 1936.

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In Ucraina si combatte contro Lenin


La statua di Lenin distrutta
La statua di Lenin distrutta
In Ucraina è stata abbattuta la più grande statua di Lenin.
Manifestazione dei nazionalisti a Kharkiv, seconda città dell’Ucraina con 1,5 milioni di abitanti: buttato giù il simbolo della rivoluzione d’ottobre, la più grande statua di Lenin ancora in piedi nel Paese.
Non regge la tregua ai confini orientali. A Donetsk, dove ieri i ribelli filorussi hanno tentato per l’ennesima volta di conquistare l’aeroporto locale, ancora in mano a Kiev, le forze ucraine hanno risposto con colpi d’artiglieria contro la città roccaforte dei ribelli. Ma poco lontano, 200 km circa a nordest, si è combattuta un’altra guerra, simbolica: quella contro i monumenti russi e sovietici, in un tardivo sussulto nazionalistico in odio a Mosca.

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Tensioni per il prossimo G7


Il prossimo G7 di Bruxelles (grande assente la Russia) minaccia nuove sanzioni alla Russia se Mosca non accetterà il risultato delle elezioni presidenziali ucraine e non smetterà di sostenere i separatisti della regione orientale dell’Ucraina. Il G7 è pronto a “intensificare sanzioni mirate” contro Mosca se non verrà accelerato il ritiro delle truppe dai confini dell’Ucraina. Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Canada e Stati Uniti scrivono nero su bianco nella bozza del comunicato finale del vertice, in programma stasera e domani a Bruxelles.

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Notizia da niente: la Russia ha piazzato missili contro l’Europa


La Russia ha piazzato i suoi missili Iskander M (nome in codice Nato SS-26 Stone) al confine con l’Europa.
Igor Konashenko, portavoce del ministero della Difesa russo, ha confermato l’annuncio del giornale tedesco Bind, sottolineando come questo dispiegamento non sia contrario agli accordi internazionali.
Anche la NATO ha un sistema missilistico in Europa: si chiama Thaad – letteralmente Difesa d’area terminale ad alta quota – e consiste in diverse batterie di missili tipo Patriot chiamati SM-3, missili senza potere offensivo, sono cioè sprovvisti di una carica esplosiva che servono per abbattere gli eventuali missili che potrebbero essere lanciati contro l’Europa da paesi come Corea del Nord, Iran e Russia.

Missili anti Nato
Missili anti Nato

Così la Russia ha piazzato delle batterie missilistiche nei pressi di Kaliningrad, un’enclave russa tra Polonia e Lituania. I missili a corto-medio raggio Iskander M sono degli ordigni concepiti proprio allo scopo di eludere gli scudi anti-missile della Nato. Con una velocità pari a settemila chilometri all’ora e una portata di oltre quattrocentoquindici chilometri, questi missili potrebbero facilmente colpire città tedesche come Berlino, Dresda o Lipsia.
Ma analizziamo la situazione.
Da anni l’Europa cerca di inglobare sempre più Stati che fino a qualche decennio fa erano sotto il controllo di Mosca e in questa corsa verso est lo stesso Putin ha più volte dimostrato una mal celata irritazione. La situazione diventa chiara se prendiamo per esempio le proteste ucraine: gran parte della popolazione è scesa in piazza in questi giorni per dimostrare la voglia di entrare nell’Unione Europea e lasciarsi alle spalle la propria dipendenza dai russi, ma i politici al potere hanno all’Europa preferiscono la Russia, grande dispensatore di gas naturale, che ha usato negli inverni più rigidi come ricatto per l’intera Europa, minacciando di chiudere le condutture e dettando le propre leggi economiche).
Il messaggio russo è chiarissimo, come nel migliore stile del Cremlino, ovvero «siete arrivati fin qui ma non proseguirete oltre»
Aggiungiamoci anche che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non parteciperà alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Sochi in Russia e che a guidare la delegazione americana sarà Billie Jean King, celebre campionessa di tennis, membro del President’s Council on Fitness, Sports and Nutrition e icona del movimento gay.
Il messaggio di Obama non potrebbe essere pià chiaro: le politiche discriminatorie attuate da Valdimir Putin nei confronti delle persone omosessuali sono da condannare.
Eccovi serviti un bel revival di Guerra Fredda, come all’epoca delle Olimpiadi di Mosca del 1980.

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Tg fuori dal mondo: il gelo c’è, ma tra Usa e Russia!


Una tempesta di allarmismi e polemiche dell’italietta sta dipingendo gli schermi televisivi di bianco. Mentre l’Italia si danna per qualche centimetro di neve e ghiaccio (esteso in mezzo emisfero terrestre, in modo molto più grave), nessuno, dico nessuno, tra i Tg nazionali, ha parlato di un gelo molto più grave:
è praticamente riesplosa la Guerra Fredda.
Mentre le deficienze del giornalismo delle tv italiane ci fa del terrorismo meteorologico, in Siria muoiono centinaia di persone ogni giorno e l’Onu sta cercando di trovare una soluzione al problema.
Stati Uniti e Russia sono finiti in piena rotta di collisione sulla Siria. Dopo il veto opposto ieri all’Onu da Mosca e Pechino sulla risoluzione contro il regime di Bashar el Assad, Hillary Clinton ha annunciato che Washington intende bloccare il flusso di fondi e i rifornimenti di armi russi che raggiungono Damasco.
A me fa venire più i brividi questo che una bella rinfrescata invernale dell’aria, e voi?

Per i ministri: visto che la risoluzione Onu NON è stata approvata, non ci sarà una nostra ratifica. Aspetteremo che l’eventuale risoluzione sia approvata.

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Siria nel caos: preparatevi a giudicare la risoluzione Onu


Il monito è a tutti, ma in modo particolare ai Ministri della NeoRepubblica Kaotica, che saranno chiamati a votare l’appoggio o meno dell’eventuale risoluzione Onu che potrebbe esserci nei prossimi giorni, nonostante il parere contrario della Russia, che appoggia il regime siriano (e questo la dice lunga sull’idea di democrazia di Mosca, senza prendere in considerazione i fatti della Cecenia e di tutte le contese e le pretese territoriali ai confini, che non sono poche).
Al momento si combatte in molte zone della Siria, anche a Damasco. La guerra civile siriana (iniziata a maggio 2011, come da noi esplicitamente segnalato), per la verità un po’ trascurata dai media, è arrivata nella capitale e a un momento topico, anche se l’ipotesi di una fuga all’estero (e segnatamente in Russia) di Asma el-Assad, moglie del premier Bashar el-Assad, sembra in realtà esser stata fatta circolare dagli oppositori del regime per avvalorare i resoconti sulla presenza di forze del Libero Esercito Siriano.