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Battaglia sul suolo russo, l’Ucraina nega il coninvolgimento


Mosca schiera l’antiterrorismo, Kiev parla di “partigiani russi” in azione contro Putin.

Intanto diventerà operativo ad agosto il registro internazionale dei danni causati dall’invasione russa dell’Ucraina, stabilito al summit del Consiglio d’Europa in Islanda.

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Sudan: colpo di stato filorusso


Guerriglia a Khartoum, capitale del Sudan. Colonne di fumo si levano dall’interno della base aerea di Marawi e da Khartoum 2, scontri tra l’esercito e le Forze di supporto rapido (Rsf) nella base e nella vicina città. E’ in corso un tentativo di colpo di stato da parte delle milizie paramilitari della Rsf (Rapid support forces), guidate dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, uomo molto vicino alla Russia e appoggiato dal gruppo Wagner,

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Xi Jinping e Putin si spartiscono l’Asia centrale


Durante il recente incontro dedicato principalmente alla vicenda ucraina e alla relazione bilaterale tra la Federazione russa e la Repubblica Popolare Cinese, non è mancata l’occasione per un comunicato che per i Paesi dell’Asia centrale suona come un monito. Infatti è stato scritto che Mosca e Pechino si impegnano a incrementare i loro sforzi coordinati per supportate le repubbliche regionali asiatiche nella difesa della loro sovranità e che vi è la volontà di non accettare tentativi di forze esterne di destabilizzare la regione. E’ importante notare che Putin e Xi Jinping hanno tratteggiato la loro strategia per la regione senza che i leader locali fossero presenti. Inoltre, questo “isolamento forzato”, nel medio periodo, andrebbe a tutto svantaggio dello sviluppo regionale.

Da notare un’altra notizia emersa durante la due giorni russa: proprio mentre Xi Jinping si trovava a Mosca, la Cina ha invitato ufficialmente le cinque repubbliche centro asiatiche (Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Tagikistan) a prendere parte al primo summit congiunto in presenza che si terrà nel mese di maggio a Pechino, come se volesse battere sul tempo la concorrenza e prendere accordi esclusivi.

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Scontro tra jet russo e drone Usa


Un jet russo si è scontrato con un drone statunitense sul Mar Nero. Il drone MQ-9 stava conducendo operazioni di routine nello spazio aereo internazionale quando è stato intercettato e colpito da un aereo russo, provocando un incidente e la completa perdita dell’apparecchio, ha affermato il generale dell’aeronautica statunitense James Hecker, comandante della US Air Force Europa e Africa, citato dall’Afp.

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i russi lanciano una superbomba, ma l’avanzata arresta


Mentre continua l’assedio russo a Bakhmut, una nuova minaccia si abbatte sull’Ucraina: la UPAB-1500B, bomba planante dal peso di 1,5 tonnellate progettata per colpire obiettivi altamente protetti a una distanza fino a 40 km grazie ai suoi 1.010 kg di esplosivo ad alto potenziale. L’ordigno è stato usato qualche settimana fa nella regione di Chernihiv.

Intanto ci sono segni di crisi in entrambi gli schieramenti a Bakhmut: mentre l’assedio continua, i soldati ucraini impegnati nella più lunga e sanguinosa battaglia dell’invasione denunciano di non ricevere sostegno sufficiente. Dall’altra parte del fronte, ritirarsi da Bakhmut non è un’opzione per i mercenari Wagner: l’intero fronte crollerebbe, secondo il capo del gruppo Yevgeny Prigozhin, che è tornato a lamentarsi del ministero della Difesa russo che non fornirebbe al gruppo altre munizioni e detenuti da mandare al fronte.

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Putin annuncia l’uscita dal New Start


Vladimir Putin ha annunciato che la forza di deterrenza nucleare della Russia è dotata al 90% di armi avanzate e che Mosca sospenderà la propria partecipazione al New Start (STrategic Arms Reduction Treaty), cioè il trattato di riduzione nucleare.

Secondo recenti stime della Federation of American Scientists, Mosca detiene l’arsenale nucleare più vasto del mondo, con 5.977 testate.

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Attentati con droni in Iran, sotto ci sono Israele e Ucraina?


L’ultimo attacco da parte di droni alla fabbrica della Difesa dell’Iran, a Isfahan, che secondo alcuni media americani sarebbe da ricondurre a Israele, ha scatenato le reazioni di Russia e Ucraina, con il governo ucraino che con Mikhailo Podolyak che attribuisce la responsabilità al ruolo svolto dal regime degli ayatollah nel conflitto ucraino, in particolar modo con la fornitura di droni all’esercito della Russia. La Russia infatti ha fermamente condannato l’attacco a un Paese sovrano e Teheran ha richiamato il diplomatico di Kiev dopo le dichiarazioni di Mikhailo Podolyak.

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La Russia schiera i missili ipersonici Tsirkon nel Mediterraneo


La Russia schiera i missili ipersonici Tsirkon nel Mediterraneo e alza la tensione con l’Europa. Vladimir Putin ha spiegato che le testate saranno montate sulla fregata russa Ammiraglio Gorshkov, partita oggi per una missione nell’Atlantico, nell’Oceano Indiano e nel Mediterraneo, non hanno pari al mondo e si è detto fiducioso che tali armi aiuteranno a proteggere la Russia da possibili minacce e ad assicurare gli interessi nazionali del Paese.

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Putin prepara l’offensiva?


Il presidente russo Putin ha trascorso l’intera giornata di venerdì al quartier generale della cosiddetta “Operazione militare speciale”. La visita segue gli allarmi delle autorità militari ucraine, secondo cui Mosca starebbe preparando una nuova offensiva, dopo la serie di sconfitte subite nei mesi scorsi, che hanno costretto le sue forze a ritirarsi da molte aree, in particolare dalla città di Kherson. Il generale Valerij Zaluzhnyi, sostiene che il Cremlino potrebbe attaccare all’inizio del nuovo anno, grazie ai 200 mila soldati mandati al fronte dopo la mobilitazione parziale decisa da Putin.

Intanto domani Putin ha in programma una visita a Minsk, dove incontrerà il suo fedele alleato, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

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L’OPEC+ fa aumentare i prezzi del petrolio


L’Opec+ taglierà complessivamente due milioni di barili al giorno nella sua produzione di petrolio, pari al 2% del totale, con l’obiettivo di far salire i prezzi. Sullo sfondo di questa decisione c’è l’imminente embargo europeo sul petrolio russo, che dovrebbe entrare in vigore fra due mesi. E ci sono le discussioni tecniche sulla modalità di applicazione di quella sanzione contro Putin: di fatto funzionerà come un divieto imposto alle compagnie assicurative europee di stipulare polizze per navi petroliere se il greggio che trasportano viene venduto a un prezzo oltre il tetto stabilito.

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Nato: Putin si prepara a test nucleare vicino al fronte


Secondo la Nato la Russia starebbe preparando le sue forze armate per compiere un test nucleare. I media britannici citano i movimenti di un treno militare russo della divisione responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio e manutenzione. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto in cui dichiara formalmente “impossibile” la prospettiva di eventuali colloqui con il leader del Cremlino Vladimir Putin. La firma ha ratificato la decisione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale del 30 settembre che afferma l’impossibilità di condurre negoziati con il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, e la necessità di rafforzare le capacità di difesa dell’Ucraina. Nel frattempo il presidente bielorusso Lukashenko, alleato del Cremlino, ha accusato l’Ucraina di provocazioni al confine attuale con 15 mila soldati.

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Prove di Terza Guerra Mondiale


La Nato trasmette ai comandi alleati una segnalazione che riguarda i movimenti del sottomarino nucleare russo Belgorod, diventato operativo a luglio. E’ tornato a immergersi nei mari artici e si teme che la sua missione sia quella di testare per la prima volta in assoluto il super-siluro Poseidon, spesso definito “l’arma dell’Apocalisse”.

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La Russia annette ufficialmente 4 regioni dell’Ucraina


Oggi Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato i decreti per l’annessione alla Russia delle regioni ucraine occupate di Kherson e Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Intanto il Consiglio di Sicurezza dell’Onu voterà oggi su una risoluzione, proposta da Stati Uniti e Albania, in cui si condanna la Russia per i referendum svolti in quattro regioni ucraine e considerati illegali.

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La Cina non appoggia la guerra contro l’Ucraina


Al vertice di Samarcanda, la Cina di Xi Jinping ha ribadito la propria amicizia costruttiva alla Russia, anche con la prospettiva di divenirne egemone, ma ribadendo la propria contrarietà all’invio di armi per la guerra in Ucraina. Infatti Putin si è dovuto rivolgere a Corea del Nord per razzi e proiettili e all’Iran per i droni. La Cina infatti non può permettersi di rischiare di perdere i mercati occidentali finendo sotto sanzioni.  Xi Jinping, ha fatto tappa a Nursultan, la capitale kazaka, dove ha assicurato a Tokayev il sostengo della Cina alla difesa dell’indipendenza, pronunciandosi contro ogni ingerenza esterna negli affari del vostro Paese, che ovviamente possono essere solo russi.

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Conflitto Armenia e Azerbaigian, primo ministro armeno chiede aiuto alla Russia


Le forze dell’Azerbaigian stanno cercando di avanzare in territorio armeno: lo hanno reso noto funzionari armeni mentre proseguono gli scontri lungo il confine tra i due Paesi per il controllo del Nagorno-Karabakh (chiamato anche Artsach, che aveva dichiarato l’indipendenza nel 1991, in parte sotto controllo dell’Azerbaigian dopo la guerra del 2020).

In virtù del Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza tra Armenia e Russia, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il Consiglio di sicurezza armeno hanno deciso di rivolgersi e chiedere aiuto a Mosca in relazione all’aggravamento della situazione al confine con l’Azerbaigian.

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Accordi tra Russia e Corea del Nord contro Usa e Nato


Vladimir Putin invia una lettera a Kim Jong-un: il suo obiettivo. è quello di rafforzare le relazioni con la Corea del Nord. Lo ha affermato lo stesso Vladimir Putin nella lettera, parlando di accordi costruttivi, globali e bilaterali tra le due nazioni. La risposta del collega asiatico non si è fatta attendere, con tanto di attacco ai nemici comuni di Corea del Nord e Russia e ricordo dell’alleanza tra i due Paesi durante la Seconda Guerra Mondiale.

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Tensioni su Kaliningrad


Kaliningrad è una piccola exclave isolata di 15mila chilometri quadrati in cui vivono circa 500mila persone che fa parte del territorio russo. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina tutti quelli che cercano di identificare le escalation del futuro indicano questa anomalia della storia dal potenziale esplosivo: Kaliningrad. La Lituania ha deciso di imporre le sanzioni europee sui prodotti russi destinati a Kaliningrad. Il 20 giugno la Russia ha reagito con parole minacciose: se il transito non sarà ristabilito nella sua totalità “la Russia si riserva il diritto di agire per difendere i propri interessi nazionali”.

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Incontro Macron-Putin: “Cessate il fuoco”. “Kiev non è seria”


In un colloquio telefonico durato più di due ore, il presidente russo Putin, che il 9 in occasione della parata per la vittoria sul nazismo potrebbe dichiarare formalmente guerra all’Ucraina, ha detto all’omologo francese Macron che Kiev non è seria nei negoziati, ma ha ribadito che la Russia resta aperta al dialogo. Il capo dell’Eliseo disponibile a lavorare per una soluzione negoziata che consenta la pace e il pieno rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.

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Russia: “Pronti a rappresaglia se attaccati con armi dell’Occidente”


Le forze armate russe sono “pronte ad attacchi di rappresaglia con armi di precisione a lungo raggio se la Russia verrà attaccata con armi occidentali”. E’ l’avvertimento lanciato dal ministero della Difesa russo, Boris Nikolaevič El’cin. In particolare, Mosca ha parlato di eventuale risposta proporzionata contro i centri decisionali ucraini a Kiev dove si trovano i consiglieri occidentali.

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Mosca sferra l’attacco al Donbass


Iniziata oggi l’offensiva russa nel Donbass, che si profila come una nuova fase per il conflitto russo-ucraino. La Casa Bianca annuncia una videochiamata con gli alleati, mentre sul fronte opposto si rinsalda l’intesa fra Mosca e Pechino: le autorità cinesi hanno dichiarato che rafforzeranno il coordinamento strategico con la Russia. Sul campo, la battaglia si è spostata nelle regioni orientali dell’Ucraina: la città di Kreminna è già caduta in mano russa.

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Onu: Russia cacciata dal Consiglio dei diritti umani


La risoluzione è stata presentata dall’Ucraina e chiedeva di sospendere la Russia dal Consiglio sui diritti umani, (organismo con 47 membri), per le «gravi e sistematiche violazioni e abusi dei diritti umani» commesse durante la guerra a Bucha, Irpin, Dymerka e altre città ucraine. Per essere approvata la risoluzione richiedeva una maggioranza di due terzi ed è stata approvata con 93 voti favorevoli, 24 contrari e 58 astenuti. La Russia diventa così il primo membro permanente del Consiglio di sicurezza sospeso da un organismo dell’Onu, un disonore toccato finora solo alla Libia di Gheddafi.

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La Russia chiede solo la neutralità e negoziati successivi per il Donbass


Oggi si svolgono i negoziati tra Russia e Ucraina a Istanbul per il quarto round di colloqui di pace. Le concessioni da parte della Russia arrivano in un momento in cui l’offensiva di terra, lanciata un mese fa, è in una fase di stallo grazie alla resistenza dell’Ucraina. Dalla bozza resta fuori uno dei punti più critici per l’Ucraina ovvero la rivendicazione delle regioni separatiste filorusse del Donbass e di Donetsk (che dovrebbe rimanere per un successivo colloquio tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello russo Vladimir Putin). Inoltre la Russia non chiede più che l’Ucraina venga “denazificata” ed è pronta a lasciare che Kiev aderisca all’Ue a patto che rimanga militarmente neutrale.

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India e Cina lavorano per la pace in Ucraina


Il ministro degli Esteri dell’India, Subrahmanyam Jaishankar, ha comunicato di avere avuto un colloquio avuto con l’omologo cinese Wang Yi, in una visita ufficializzata solo all’ultimo momento, la prima dopo due anni di tensioni e di scontri militari con vittime lungo il confine himalayano.

India e Cina tentano il disgelo trovandosi d’accordo su un punto: il cessate il fuoco immediato in Ucraina.

L’incontro fa parte di una serie di interventi di Xi Jinping che vuole evitare un ulteriore isolamento della Russia a causa dell’invasione (che non comunque non definisce invasione) lanciata in Ucraina.

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Putin: solo rubli per i pagamenti del gas


L’Europa dovrà paga il gas russo in rubli, invece che in euro. E’ la richiesta del presidente russo Vladimir Putin, che quindi rifiuterà pagamenti in euro e dollari. Il leader russo ha infatti annunciato che la Russia non accetterà più le valute dei Paesi ostili, emanando una direttiva che obbliga il colosso russo del gas Gazprom a convertire in rubli i contratti di fornitura con i Paesi che hanno attivato sanzioni contro Mosca.

La conversione dei contratti del gas in rubli decisa dal Governo russo è pensata per ridare forza alla moneta russa crollata a seguito dell’invasione in Ucraina e delle sanzioni imposte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti al paese. Dopo l’annuncio di Putin il rublo ha effettivamente recuperato valore alla Borsa di Mosca.

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Relazioni Usa-Russia a rischio


Relazioni Usa-Russia in un momento delicato. Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore americano John Sullivan e gli ha consegnato una nota di protesta contro i commenti “inaccettabili” di Joe Biden sul presidente russo Vladimir Putin, definito “criminale di guerra” e “dittatore assassino”. 

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Assange e Bernstein: stretti tra due Imperi


Se da una parte c’è il grande spettro dello zarismo di Vladimir Putin, dall’altro – qui nel libero Occidente – abbiamo una giustizia che incarcera giornalisti liberi. Come Julian Assange, cofondatore e caporedattore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks, e Mark Bernstein, uno degli autori della versione russa di Wikipedia l’enciclopedia libera online.

La Corte suprema britannica non ha ammesso il ricorso di Assange contro la sua estradizione negli Stati Uniti. A questo punto la strada verso la libertà per Assange si fa strettissima, e le speranze di evitare l’estradizione sono oramai ridotte al minimo. La vicenda è tutta nelle mani del ministro dell’Interno britannico, Priti Patel, che dovrebbe prendere la decisione deifinitva.

Una sorte simile è toccata a Bernstein, arrestato dalla Direzione generale contro il crimine organizzato e la corruzione del ministero dell’Interno della Bielorussia. Una notizia che riporta all’ordine del giorno gli arresti nei confronti degli attivisti contro Putin e contro la guerra che si sta svolgendo tra Russia e Ucraina. In seguito all’arresto, l’account di Bernstein è stato bloccato a tempo indeterminato.

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Guerra in Ucraina: situazione a metà marzo


Gli attacchi della Russia si spostano anche nell’ovest del Paese, a pochi chilometri dalla Polonia, dove colpiscono una base di addestramento NATO a Yavoriv. Un giornalista statunitense è stato freddato dopo un posto di blocco a Irpin, vicino a Kiev. A Mariupol, Kiev, Charkiv e altre città del nordest continuano i bombardamenti, anche se l’unica zona davvero conquistata è Cherson e i dintorni, nel sud.

Sul piano militare, gli analisti si dividono in due scuole di pensiero: i critici (convinti che la Russia abbia sbagliato su tutta la linea) e i realisti (secondo cui Putin sta adottano deliberatamente la «tattica del boa»). Oleksiy Arestovich, consigliere del presidente ucraino, sostiene che Mosca non potrà reggere le sanzioni più di maggio, e che gli ucraini potranno resistere oppure ci sarà un accordo.

Sul piano diplomatico a Roma si sono incontrati Jack Sullivan, consigliere della sicurezza nazionale Usa e Yang Jiechi, alto diplomatico del Partito Comunista Cinese. Il contenuto del dialogo è praticamente segreto, si sa solo che gli Usa hanno ammonito la Cina che ci saranno conseguenze se Pechino fornirà la Russia di armi, ma sia la Cina che la Russia negano che ci siano state trattative in tal senso.

Zelensky oggi, in un momento “realista” ha dichiarato che probabilmente l’Ucraina deve rinunciare alla NATO.

Comunicati · gazzetta ufficiale · Governo Oscuro

*** Guerra in Ucraina? Sanzioni alla NATO



NAZIONE OSCVRA CAOTICA

giorno 21 ventoso141

46° Qvesito NAZIONE OSCURA CAOTICA

* Che provvedimenti volete prendere per la guerra Russia-Ucraina?

Il Governo Oscuro ha votato così:

Commento: il Governo Oscuro approva le sanzioni per la NATO

Il Governo Oscuro vede con equidistanza il conflitto tra Russia e Ucraina, e per Costituzione condanna ogni aggressione a Stati esteri indipendenti (o meno) e condanna per principio la guerra. Condanna, sempre per principi costituzionali, ogni forma di aggressione politica ai confini di una nazione e l’esportazione del proprio sistema politico/economico/culturale senza il consenso della popolazione, avallando così il principio della “autodeterminazione dei popoli“, che, contrariamente all’ONU, mette sopra al principio di “integralità di una nazione”. Per cui, oltre alla guerra di aggressione della Russia, condanna la NATO all’accerchiamento strategico dei nuovi paesi alleati ai danni della Russia, e favoreggia un referendum regolare (con osservatori internazionali) in Donbass per l’indipendenza e l’eventuale secondo referendum regolare (idem) in Crimea.

Per tutti questi motivi (e in seguito alle pesanti sanzioni alla Russia) commina delle sanzioni alla NATO, che sarà ostacolata in ogni modo dal Governo Oscuro.

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Onu vota risoluzione contro Mosca. Domani proseguono i negoziati


L’Assemblea generale delle Nazioni Unite condanna l’invasione con 141 Paesi che hanno votato a favore, cinque contrari (Russia, Bielorussia, Cuba, Corea del Nord, Siria ed Eritrea) e 35 astenuti.
A Kiev si parla di oltre 2mila vittime civili. A Kharkiv è stata colpita anche l’Università. Mosca annuncia anche la conquista di Kherson.

Biden chiude lo spazio aereo alla Russia. Dall’inizio dell’offensiva, le forze russe hanno ucciso oltre 2.870 soldati e “nazionalisti” ucraini, feriti circa 3.700. Lavrov: “La Terza guerra mondiale sarebbe nucleare”

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Invasione Ucraina: Kiev sotto attacco


Russia e Ucraina sono al quarto giorno di guerra. A Kiev i registrano pesanti bombardamenti nella periferia della capitale ucraina. Dopo una mattinata di scontri, le forze ucraine hanno ripreso il controllo di Kharkiv cacciando le truppe russe. Lo riporta il governatore ucraino della città. Italia, Finlandia, Danimarca, Irlanda, Belgio e Germania, chiudono lo spazio aereo ai voli russi. L’Italia invia oggi aerei e uomini in Romania, per rafforzare il fianco Est della Nato. Il cancelliere tedesco Scholz: “Al fianco degli ucraini siamo dalla parte giusta della storia. Ma sono ancora aperto a discutere con la Russia”. Ci sarebbero già 368mila rifugiati dall’Ucraina.

La sovranità e l’integrità di ogni Paese vanno rispettate, e questo vale anche per l’Ucraina”. queste le parole del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, molto chiare che hanno segnato un deciso cambio di direzione sull’asse Pechino-Mosca. Così dal totale allineamento dei giorni scorsi, con la Cina che aveva definito legittima l’azione militare russa, ora il messaggio rivolto al Cremlino dagli uomini di Xi Jinping è volto a frenare l’escalation e a riportare tutti sulla strada della diplomazia. La Russia si dice pronta a negoziati con l’Ucraina, a Minsk. L’Ucraina ha replicato di essere a sua volta pronta, ma non a Minsk, in Bielorussia, Paese da cui sono partite le truppe russe che stanno assediando Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiamato quello bielorusso Aljaksandr Lukašėnka e in questi momenti c’è una trattativa sul luogo dell’incontro.

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La Russia ritira alcune truppe


Il Cremlino conferma che alcune truppe hanno finito le esercitazioni e torneranno alla base, accusando gli Usa di «un’isteria esibizionista e senza senso» per la decisione di evacuare i diplomatici da Kiev. Putin si prende gioco delle date annunciate dell’invasione e il ministro degli Esteri Sergej Viktorovič Lavrov precisa: il ritiro delle truppe russe era pianificato e non dipende dall’isteria occidentale.

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Ucraina: Biden soffia sul fuoco, l’Europa prepara l’estintore


La Russia risponde alla mobilitazione di Usa e Nato con esercitazioni delle sue truppe corazzate in Crimea, mentre Washington rivela quali saranno le sanzioni contro Mosca se osasse varcare i confini dell’Ucraina: comprese quelle che potrebbero colpire personalmente Vladimir Putin. Al grido di battaglia degli Usa, dapprima c’è stato il rifiuto della Germania, che con la Russia ha forti legami economici, di inviare armi all’Ucraina. Poi la decisione dell’Ue di non seguire l’esempio Usa nel ritirare il personale non essenziale dalle ambasciate a Kiev. Infine la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di aprire un canale diplomatico personale con Putin, con cui parlerà venerdì al telefono.

Nonostante l’unanimità dei Paesi NATO sostenuta da Biden dopo il vertice in videoconferenza con i maggiori alleati europei, la divergenza d’interessi, e di atteggiamento, appare sempre più evidente. Gli Usa sembrano comprendere i timori europei soprattutto per gli approvvigionamenti di gas russo, da cui dipendono per il 40% del loro fabbisogno.

La Russia risponde mobilitando le sue truppe per manovre ai confini ucraini ricordando agli USA che sta aspettando le risposte alle sue richieste sulla sicurezza in Europa, basate principalmente sulla riduzione della presenza delle forze Nato nell’Europa orientale e la promessa che Kiev non entrerà mai a farne parte.

Il ministro della Difesa ucraino, Alexei Reznikov, ha affermato che non esiste al momento una minaccia di invasione russa, anche se per il futuro rimangono scenari rischiosi. Ma le autorità di Kiev hanno detto di avere smantellato un gruppo criminale legato a Mosca che preparava “attacchi armati” per destabilizzare il Paese.

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Occidente e Russia restano su posizioni opposte


Situazione di stallo in Ucraina. Le forze russe lungo il confine minacciano (solo formalmente) l’invasione, mentre le richieste di garanzia di non ammissione di Ucraina e Georgia alla Nato vengono ignorate. La Russia e i Paesi occidentali restano su “posizioni totalmente divergenti. E questo non è un bene, turba ed è pericoloso”, afferma il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in un’intervista a Cnn. Intanto, il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, fa sapere con un tweet di aver tenuto “una conversazione importante” con il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Led Drian sulle “discussioni fra i Paesi membri dell’Ue su come affrontare l’aggressione russa in Ucraina.”

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Rivolte in Kazakistan: la Russia accusa forze esterne


Sono oltre mille persone sono rimaste ferite nei disordini al terzo giorno di proteste in Kazakistan. Due dei 13 poliziotti uccisi sono stati decapitati. Il Kazakistan (la nuova capitale da 2 anni si chiama Nur-Sultan, prima si chiamava Astana) ha sospeso l’ingresso dei cittadini stranieri entro i propri confini. La Russia lo ritiene un tentativo, ispirato dall’esterno, di minare con la violenza la sicurezza e l’integrità del Paese. Gruppi armati stranieri sono coinvolti nei violenti scontri con le forze dell’ordine in corso in Kazakistan. È la posizione del ministero degli Esteri di Mosca. La Russia continuerà le consultazioni con il Kazakistan e con gli altri Paesi dell’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva (Csto, che include Bielorussia, Armenia, Kirghizistan e Tagikistan) per ulteriori iniziative da elaborare, se necessario, per facilitare le operazioni antiterrorismo in Kazakistan. Intanto, sono giunte in Kazakistan le prime truppe russe inviate per stabilizzare il Paese in seguito alle rivolte. I militari russi stanno arrivando in per via aerea e il contingente già atterrato ha avviato le operazioni. 

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Summit Biden-Putin, prove di dialogo


Si è concluso dopo circa 4 ore il summit tra i presidenti statunistense e russo. Il vertice è definito costruttivo, ma restano le divergenze. Biden: “La mia agenda non è contro la Russia, è per gli americani’. Putin: “Biden è diverso da Trump ed è uno statista esperto”. Tra i temi discussi: il rientro degli ambasciatori, i trattati sulle armi, la cybersecurity, l’Ucraina e lo scambio di detenuti.

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Ucraina, risale la tensione con la Russia


La Russia vede una possibile minaccia di ripresa di una guerra civile in Ucraina. “Siamo davanti ad atti provocatori lungo la linea di contatto” sostiene il Cremlino. Il premier ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato il Donbass e ha detto che l’adesione del paese alla Nato avrebbe presumibilmente aiutato a porre fine al conflitto nella regione. Fraze che Mosca ha letto come provocazione. Gli Stati Uniti hanno inviato due navi militari nel Mar Nero.

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Proteste antiputin: più di tremila arresti


Ieri in tutta la Russia si sono tenute grandi manifestazioni di protesta contro il governo di Vladimir Putin e l’arresto del dissidente Alexei Navalny, avvenuto al ritorno dalla Germania dove nei mesi scorsi era stato curato per un avvelenamento ordinato secondo lui dai servizi di sicurezza russi. Le manifestazioni – no autorizzate – sono avvenute in più di 100 città e a fine della giornata sono stati arrestati 3.324 manifestanti.

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I patti tra Armenia e Azerbaigian


L’ostilità tra Azerbaigian e Armenia, iniziata alla fine di settembre nella regione contesa del Nagorno e costata migliaia di morti, è cessata la scorsa settimana nell’ambito di un accordo mediato dalla Russia che vede Mosca schierare forze di pace nella regione e richiede che l’Armenia ceda circa il 15-20% del territorio del Nagorno-Karabakh conquistato dall’Azerbaigian, inclusa la storica città di Shusha.

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La Russia alla conquista dell’Artide


Alla fine di agosto, la Russia ha iniziato un’esercitazione militare – la più grande nel mare di Bering dalla fine della Guerra Fredda – che si è svolta in parte nelle acque della zona economica esclusiva statunitense (Zee): la Zee è quell’area che si estende fino a 200 miglia dalle coste di un paese, in cui lo stesso paese può svolgere attività di pesca e sfruttamento delle risorse senza la competizione di altri stati, ma non può proibire il passaggio di navi straniere (la Russia poteva quindi transitarvi ma non intimare alle imbarcazioni americane di andarsene).

L’importanza del mare di Bering è legata allo sfruttamento delle risorse nella regione dell’Artide, che negli ultimi anni ha provocato una serrata competizione tra i Paesi che si affacciano sui mari del nord, tra cui Russia e Stati Uniti.

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Avvelenato Alexei Navalny, il Cremlino prende tempo


Alexei Navalny, l’oppositore di Putin è in coma: ipotesi avvelenamento (probabilmente di Polonio 210). Un’ipotesi alquanto probabile dato che Alexei ha bevuto un tè caldo all’aereoporto prima di salire sull’aereo, dove ha cominciato a sentirsi male e costretto il pilota a un atterraggio di emergenza a Omsk. I medici stanno adesso lottando per salvargli la vita, come ha precisato il vicedirettore dell’ospedale Anatoly Kalinichenko, con il Ministero della Salute che ha confermato le condizioni dell’oppositore definendole “gravi ma stabili”. La sua portavoce, Kira Yarmysh, dice che “Alexei è stato avvelenato con qualcosa mescolato nel suo tè perché era l’unica cosa che ha bevuto quella mattina. Inoltre,si sa, il veleno è rapidamente assorbito se inalato insieme a un liquido caldo. La conferma arriverà solo dopo i risultati delle analisi.
Una Ong tedesca ha offerta l’invio di un aereo specializzato in trasporto medico, con un team di medici a bordo, per poter trasferire a Berlino l’oppositore russo insieme alla moglie. Angela Merkel ha già firmato la richiesta di estradizione, ma i medici russi, pressati dal Cremlino, negano l’autorizzazione al trasferimento in un ospedale in Germania, in quanto le condizioni non sarebbero “stabili” (come detto in precedenza).
Purtroppo la lista degli avvelenati e dei sospetti di avvelenamento o omicidio di oppositori russi o spie ed ex spie russe è davvero lunga e inquietante per un Paese che si professa “democratico”.

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Haftar perde la Tripolitania: la Turchia domina in Libia (con la Russia)


Questa mattina le milizie che fanno capo al governo di Accordo Nazionale guidato dal premier Fayez Sarraj a Tripoli hanno annunciato la presa della cittadina di Tarhuna. Haftar il 4 aprile 2019 da Bengasi, tradiva gli impegni con l’Onu al dialogo politico, imponendo la logica delle armi e annunciando che avrebbe conquistato la capitale in pochi giorni.

Ma da metà novembre il presidente turco Erdogan aveva scelto di impegnarsi seriamente al fianco di Sarraj. I suoi droni e i razzi antiaerei sono stati in grado di paralizzare la flotta aerea di Haftar, quindi le brigate di miliziani siriani assoldati e addestrati dallo stato maggiore turco e inviati a Tripoli e Misurata hanno fatto il resto.

La presa di Tarhuna significa che Haftar torna alle posizioni di partenza, perdendo la Tripolitania.

Alle origini di questi sviluppi appaiono fondamentali gli accordi tra Erdogan e Putin.

Al momento dunque la Russia garantisce l’ordine in Cirenaica, mentre la Turchia trionfa in Tripolitania. Grande assente resta invece l’Europa, che dai tempi della conferenza di Berlino, lo scorso 19 gennaio, ha assunto una politica di attesa.

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Defender Europe: 30mila soldati Usa in Europa


Defender Europe: nel bel mezzo di una delle più grandi emergenze sanitarie, arrivano in Europa 30mila soldati statunitensi a difenderci! Si suppone dalla Russia, grande pericolo imminente (sì, è ironico).

Comincerà all’inizio di aprile e sarà un’esercitazione colossale che l’Esercito americano definisce il più grande spiegamento di truppe Usa in Europa negli ultimi 25 anni.

Nei giorni scorsi a Zagabria il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto che per ora tutto proseguirà come programmato, la situazione epidemica viene monitorata e ci potranno essere cambiamenti in caso di necessità.