Il tanto annunciato attentao all’aeroporto di kabul è appena avvenuto. Si è sentita una forte esplosione fuori dall’aeroporto di Kabul, si è trattato di un attentato suicida che ha provocato molte vittime, ma ancora non ci sono numeri. Dopo una prima esplosione, ne sono seguite altre tre, che hanno sfruttato l’assembramento iniziale per massimizzare le vittime. Dietro l’attentato c’è l’ISKP, lo Stato Islamico della provincia del Khorasan, territorio al confine afghano con il Pakistan, è sigla che ha firmato, dal 2015 in avanti, tutti i principali attentati a Kabul.
Tag: terrorismo islamico
Attentati in Sri Lanka: le piste
Sale a 310 morti il bilancio delle vittime degli attacchi esplosivi del giorno Pasqua contro chiese e hotel in Sri Lanka. Circa 500 i feriti. 40 le persone arrestate.
Il massacro sarebbe stato compiuto da una piccola fazione, National Thowheeth Jama’ath, assistita da una rete internazionale (non precisata). Senza questo supporto il gruppo non sarebbe stato in grado di portare a termine una missione così devastante, per cui devono esserci dei militanti esperti che hanno preparato gli uomini-bomba. Si parla dei foreigner fighter partiti dallo Sri Lanka e unitisi al Califfato, ma l’ISIS (che solitamente non perde tempo e a volte rivendica anche attentati non suoi) non ha rivendicato l’attentato, altri esperti parlano di Al Qaeda, che da sempre ha sponde nel sub continente indiano.
AGGIORNAMENTO: l’ISIS ha appena rivendicato l’attentato, senza tuttavia mostrare prove.
Attacco di Al-Shabaab a Nairobi, almeno 7 morti
Attacco terroristico a Nairobi, vicino al Dusit Hotel nel quartiere di Westland, dove almeno sette persone sono morte. Il gruppo terroristico islamico Al-Shabaab ha rivendicato.
Pakistan: bomba al mercato, 25 morti
Una bomba è esplosa oggi in un mercato all’aperto nel nord-ovest del Pakistan, provocando almeno 25 morti e 35 feriti. Lo hanno riferito fonti mediche e di polizia, che temono che il bilancio possa ancora aggravarsi. L’attacco è stato compiuto nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, al confine con l’Afghanistan, in un momento in cui il bazar era pieno di gente.
Nigeria. Boko Haram rapisce 111 studentesse
Due giorni dopo l’attacco di Boko Haram alla scuola Girls Science Secondary School nel villaggio nigeriano di Dapshi, poche migliaia di anime nello Stato nord-orientale di Yobela, la polizia ha confermato il sequestro di 111 ragazze da parte dei jihadisti, gli stessi che nell’aprile del 2014 fuggirono da Chibok portandosi dietro 274 ragazze.
Strage dei Talebani a Kabul: 95 morti
Un altro spaventoso massacro perpetrato dai talebani a Kabul, il più mortifero degli ultimi anni. Un cosiddetto «martire», ossia un fanatico islamico disposto a trasformarsi in una bomba umana, si è presentato a bordo di un’ambulanza zeppa di tritolo nei pressi del ministero dell’Interno e ha innescato una potentissima esplosione: l’obiettivo era duplice, compiere una carneficina e dimostrare che l’estremismo islamico non solo è vivo e vegeto ma può colpire nel cuore stesso dello Stato afgano. Entrambi sono stati conseguiti: un bilancio purtroppo provvisorio parla addirittura di 95 morti e 158 feriti, mentre la capacità di superare i posti di blocco più muniti della capitale conferma l’estrema pericolosità dei terroristi.
Truck-Kamikaze, la nuova moda
A Berlino, come a Nizza, un esaurito, forse rifugiato, fa piombare un camion sulla folla ai mercatini di Natale di Charlottemburg. Bilancio: 12 morti e 50 feriti. L’ISIS rivendica, ma al momento non si conoscono le generalità dell’attentatore, che sarebbe ancora in fuga.
Si era parlato di un pakistano, ma è stato rilasciato e il Pakistan mi fulmini per aver dato la notizia della responsabilità di un cittadino pakistano, lo faccia dopo aver dato pari diritti a tutti donne comprese, magari.
Bombe a New York, arrestato afgano
ll sospetto per le bombe di New York, Ahamad Khan Rahami, è stato arrestato.
Oltre all’afgano cinque persone sarebbero state già arrestate nel corso delle indagini sull’esplosione dell’ordigno a New York e degli ordigni ritrovati alla stazione di Elizabeth nel New Jersey.
Iraq, attacco kamikaze a Baghdad
Almeno nove persone sono state uccise nella tarda serata di lunedì nei pressi di un ospedale in un quartiere centrale di Baghdad, in un attentato rivendicato dall’Isis. Lo riportano i media internazionali, citando polizia e fonti ospedaliere locali: un attentatore suicida ha colpito un raduno di musulmani sciiti nel quartiere di Karrada; almeno 20 i feriti, alcuni in gravi condizioni.
Yemen: attacco kamikaze ad Aden, 50 morti
Un attacco kamikaze in Yemen ha provocato almeno 50 morti e oltre 60 feriti. L’attentatore suicida si è lanciato con un’autobomba contro una scuola utilizzata per il reclutamento dei soldati nel quartiere di Al-Mansoura ad Aden, capitale provvisoria che si trova a sud dello stato arabo ed è da mesi teatro di numerosi attentati e attacchi, alcuni rivendicati dallo Stato islamico e da Al Qaeda.
Ucciso in Nigeria Abubakar Shekau, il leader di Boko Haram
L’esercito nigeriano ha annunciato su Twitter che il leader dell’organizzazione integralista islamica Boko Haram, Abubakar Shekau, é stato «ferito mortalmente» il 22 agosto durante un raid aereo in cui sono stati uccisi anche numerosi comandanti del gruppo: lo riporta l’International Business Times sottolineando che la notizia non può essere verificata in modo indipendente.
Libia, conquistato quartier generale filo-ISIS a Sirte
Tripoli. Le forze militari vicine al governo di unità nazionale libico del premier Fayez al Serraj hanno annunciato di aver conquistato il quartier generale di Isis a Sirte, che stanno progressivamente liberando dalle sacche di resistenza delle forze del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi.
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Tutti contro tutti (cronaca di un luglio nero)
2016
29 giugno Istambul, terroristi sparano sulla folla all’aeroporto di Ataturk, prima di farsi esplodere, 42 morti.
1 luglio Dacca, sette terroristi islamici aprono il fuoco all’interno di un ristorante uccidendo 20 persone.
3 luglio Baghdad, due auto-bombe dell’IS uccidono più di 200 persone, tra cui 25 bambini.
8 luglio Dallas, sparatoria di un riservista afroamericano contro la Polizia Usa: 5 agenti uccisi.
14 luglio Nizza, uno squilibrato con contatti telematici con l’IS s’impadronisce di un TIR, passa gli scarsi controlli della Polizia Francese e investe decine di persone, uccidendone almeno 84.
15 luglio Turchia, l’esercito occupa le sedi della TV nazionale e blocca i ponti sul Bosforo dichiarando il golpe. Poche ore dopo il golpe fallisce. Morte circa 290 persone.
17 luglio Baton Rouge, un afroamericano spara contro la Polizia Usa: 3 agenti morti.
20 luglio Wurzburg, ragazzo rifugiato afghano ferisce 5 persone su un
treno dichiarandosi soldato dell’IS.
22 luglio Monaco di Baviera, un ragazzo tedesco di origini iraniane (ex islamico convertitosi al Cristianesimo, di ispirazione nazista) spara sulla folla in un centro commerciale causando 10 morti, scegliendo l’anniversario della strage di Anders Breivik, il folle d’ispirazione nazista che nel 2011 ammazzò in Norvegia 77 persone.
23 luglio Kabul, kamikaze si fa esplodere in un corteo: 80 morti.
24 luglio Un rifugiato uccide una donna con un machete nel centro di Reutlingen, città tedesca del Baden-Württemberg.
24 luglio Ansbach, rifugiato siriano si fa esplodere, provocando 15 feriti.
25 luglio Dintorni di Tokyo, uomo fa strage con un coltello, uccidendo 19 persone disabili.
26 luglio Saint-Etienne-du-Rouvray, nei pressi di Rouen, terroristi islamici prendono in ostaggio alcune persone in una chiesa: il prete viene sgozzato.
Terrorismo surrealista: il 22 luglio l’ex islamico cristiano nazista festeggia Breivik
Ali David Sonboly, doppio passaporto tedesco e iraniano, ex islamico convenrtitosi al Cristinesimo, il killer di venerdì pomeriggio nel centro commerciale Olympia, l’aveva detto anche a Safete, macedone, figlia di una delle quindici famiglie del multietnico civico 67 di Dachaustrasse, la lunga strada che porta al primo campo di concentramento nazista.
Ieri, 22 luglio, era il quinto anniversario della strage di Anders Breivik, il folle che nel 2011 ammazzò in Norvegia 77 persone e Breivik era un idolo di Ali.
Nizza: camion sulla folla e spari, strage
Nel giorno della festa nazionale. Nell’ora in cui le famiglie con i bambini si radunavano come ogni metà estate lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Almeno ottantaquattro le vittime, di cui molti bambini, di un camion di 15 metri lanciato a 80 chilometri all’ora in mezzo alla folla che a quell’ora popolava la Promenade des Anglais per assistere allo spettacolo di fuochi pirotecnici del 14 luglio, festa nazionale in Francia. L’attentatore, ucciso, è Mohamed Lahouaiej Bouhlel, francese di Nizza di origini tunisine di 31 anni.
Dacca, Bangladesh: attacco dell’ISIS in un ristorante: decine di morti e ostaggi
Attacco nel quartiere dei diplomatici a Dacca. Almeno 20 civili in ostaggio e 40 morti. I terroristi sono entrati in azione attorno alle 21 locali (le 17 ora italiana) e si sono barricati all’interno dell’Holey Artisan Bakery, nel quartiere di Gulshan, prendendo in ostaggio almeno una ventina di persone, per lo più stranieri. Rivendicato da un gruppo vicino all’ISIS.
Istanbul, spari sulla folla ed esplosioni all’aeroporto Ataturk: decine di morti
Due attentatori suicidi si sono fatti saltare in aria dopo aver aperto il fuoco sui passeggeri nel terminal voli internazionali a Istambul. Secondo testimoni ci sarebbero anche stati spari nel parcheggio auto.
Il secolo del terrorismo?
Thailandia: una bomba è esplosa di fronte a un tempio indù nel centro di Bangkok, provocando 20 vittime, è il più grave attentato di Bangkok. Sono almeno 10 le persone, di cui oltre la metà straniere sospettate di essere coinvolte nella strage.
Siria: a Palmyra l’Isis (ora IS) decapita Khaled Asaad, ‘ex responsabile delle antichità della città oggi nelle mani dei jihadisti. Sgozzato con un coltello davanti alla folla, la sua testa è stata appesa a una colonna.
Egitto: almeno 29 persone sono rimaste ferite in un attentato a Shubra, alla periferia de Il Cairo: 3 bombe sono esplose nella notte vicino al palazzo della Sicurezza nazionale e a un tribunale. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis in un comunicato ufficiale. In precedenza la rivendicazione era arrivata anche da parte un gruppo di black bloc egiziano.
Purtroppo i luoghi nel mondo dove il terrorismo agisce sono in aumento, il XXI secolo rischia di essere ricordato prorpio per il terrorismo internazionale.
La festa ISIS dei 18 anni
Trenta morti e un centinaio di feriti a Suruc, cittadina sul confine con la Siria che ospita migliaia di persone in fuga dall’Isis. Colpito il centro che stava organizzando aiuti per Kobane.
A provocare questa delizia (ripresa in diretta) una ragazza kamikaze di 18 anni.
Questo è cosa vuole quel Porco Dio dell’ISIS: la morte violenta dell’umanità tranne loro. Il nazismo islamico va combattuto con le armi soprattutto della laicità.
Poche ore dopo, a Mosul, un attacco suicida in Iraq, ma stavolta è contro l’Isis. Terrorismo risponde a terrorismo: un kamikaze ha ucciso 33 aspiranti kamikaze jihadisti a Mosul, roccaforte irachena del Califfato islamico. Non si esclude il regolamento di conti interno, ma in ogni caso l’ISIS potrebbe morire del proprio stesso cancro.
Il Ramadan per qualcuno è l’occasione buona per massacrare la gente
Gravissimo il bilancio di un attentato avvenuto ieri a Khan Badi Saad, 20 chilometri a nord di Baghdad: le vittime di un’autobomba esplosa in un mercato molto affollato sono almeno 115.
L’esplosione è avvenuta proprio alla vigilia della festa dell’Aid al Fitr, la fine del digiuno islamico del mese di Ramadan, occasione strumentalizzata come la festa d’inizio Ramadam, lo scorso 18 giugno, per ben quattro attentati (in Tunisia, in Francia, in Kuwait, in Somalia, in Siria eseguiti pochi giorni a seguire).
E intanto in Nigeria Boko Haram attacca anche le moschee
Sono almeno 97 le vittime di un attacco delle milizie jihadiste di Boko Haram in un villaggio della Nigeria. Un commando di circa 50 uomini ha aperto il fuoco sui fedeli raccolti nelle moschee del villaggio di Kukawa, nei pressi del lago Ciad, durante la preghiera del venerdì di Ramadam. Poi sono entrati nelle case e hanno aperto il fuoco. Tra le vittime vi sarebbero anche donne e bambini.
Somalia, attentato di al-Shabaab: morti più di 50 soldati del Burundi
Sono più di 50 i soldati del Burundi uccisi in un attentato sferrato dai miliziani somali di al-Shabaab contro una base militare della missione dell’Unione Africana in Somalia (Amisom) a sud di Mogadiscio.
Al-Shabaab è l’organizzazione locale terroristica islamica, vicina all’ISIS. Dopo i tre attentati di ieri con più di 60 morti, appare chiara un’altra strategia del terrorismo islamico, quello di fare guerra su più fronti: quello Occidentale, colpendo il turista, e quello non Sunnita (quindi Sciita o Cristiano), colpendo i luoghi simbolo (chiese e moschee) e le forze armate.
Terrorismo islamico: non bastano i civili, servono turisti morti
Attentato terroristico in due resort turistici a Sousse, località balneare della Tunisia centrale. Un commando ha preso d’assalto due resort, l’Hotel Riu Imperial Marhaba e l’Hotel Soviva, facendo irruzione a colpi di kalashnikov. Almeno 37 le vittime. Da ggiungere alla vittima di un attentato terroristica oggi nei pressi di Lione in Francia e ai 27 morti causati in un attentato kamikaze presso una moschea sciita nel Kuwait.
La strategia del terrorismo islamico è ormai chiara: non basta colpire i civili, ma bisogna colpire il turismo occidentale, meglio se turisti inermi dediti ai loro passatempi preferiti, musei e spiaggia.
Palmyra in mano all’ISIS, prossimo spianamento?
Palmira è caduta. L’antica e preziosa città siriana è finita nelle mani dei miliziani dello Stato Islamico, che adesso controlla le importanti vie di comunicazione che la attraversano e il suo sito archeologico. La città antica è il sito archeologico tra i più importanti della Siria e del Mondo. E’ ormai confermato dall’Unesco che alcuni monumenti dell’antica Palmira sono stati distrutti dalle bombe.
Ma è più probabile che l’ISIS utilizzi la protezione UNESCO per crearvi una roccaforte che non potrà essere bombardata.
Yemen, 140 morti musulmani, l’ISIS rivendica: anche loro Crociati?
Il bilancio è di 137 morti e 345 feriti, un’immane strage, avvenuta ieri a Sana’a, capitale dello Yemen e Sada’a.
Gli attacchi a San’aa sono avvenuti durante la preghiera collettiva del venerdì. Un kamikaze si e’ fatto saltare in aria nella moschea Badr, nel Sud della citta’, e un altro ha seguito il suo esempio all’esterno mentre i fedeli fuggivano atterriti. Un terzo attentatore ha azionato la cintura esplosiva che portava su di se’ nella moschea di Al-Hashahush, nel Nord di Sana’a.
L’ISIS ha rivendicato gli attentati, anche se si nutrono dubbi sulla veridicità di queste affermazioni, che potrebbero fungere da propaganda. Dopo aver tacciato il civile italiano ucciso a Tunisi, pensionato, ex autista di autobus come “Crociato” ci chiadiamo come definiscano i musulmani uccisi ieri.
In ogni caso, come da noi segnalato, in Yemen vi è una deriva jihadista, anche se più precisamente si tratta di una guerra civile “santa” tra sciiti e sunniti, probabile contesto in cui vanno inquadrati questi attentati.
L’ISIS attacca museo del Bardo a Tunisi
L’Isis rivendica l’attentato di oggi a Tunisi conclusosi nel sangue il blitz delle forze speciali antiterrorismo al museo del Bardo, bilancio provvisorio: 22 morti e 50 feriti.
L’attacco sintetizza le ultime azioni di propaganda Isis: l’attacco a occidentali innocenti in un luoghi d’arte e cultura.
Bollettino dei lavori di spianatura dell’ISIS
Vediamo come procedono i lavori dell’ISIS, il cui intento è quello di distruggere il patrimonio iracheno, un sito alla volta.
25/2/2015: Distruzione del museo di Mosul.
5/3/2015: Spianatura delle rovine della città di Nimrud, antica capitale Assira,
6/3/2015: Spianatura delle rovine della città di Hatra, fondata nel III secolo a.C. dalla dinastia dei Seleucidi.
Gli jihadisti hanno anche asportato le monete d’oro e d’argento custodite presso il museo locale di Hatra, siamo convinti che lo fonderanno o lo disperderanno in quanto profano. Se così non fosse, Lukha B. Kremo segnala al califfo Abubakr al Baghdadi di dimostrare la propria fedeltà al mondo condannando quest’ultimo gesto come infedele oppure di fare un suicidio rituale degno perché ci sono un sacco di Vergini ad aspettarlo in un mondo migliore per tutti.
L’ISIS conquista anche lo Yemen?
Cresce di ora in ora la tensione nello Yemen.
Al Qaeda nella Penisola arabica ha giurato fedeltà allo Stato Islamico rinunciando a quella al successore di Osama bin Laden, l’egiziano Ayman al-Zawahiri.
Nella capitale Sana’a, in occasione del quarto anniversario della rivolta contro l’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh, i ribelli houthi, che controllano gran parte della capitale dopo il recente colpo di Stato, hanno rafforzato la presenza militare nei luoghi simbolo della rivoluzione, in particolare a piazza Taghyeer (Cambiamento), ma resta alto il rischio di incidenti. Nei giorni scorsi, infatti, su Facebook è partita una campagna per trasformare l’anniversario della rivolta in una manifestazione anti-houthi, accusati di essere alleati di Saleh.
Chiuse temporaneamente molte ambasciate europee.
Isis, Boko Haram, la guerra nascosta Usa-Russia in Ucraina e altri mostri
Questo è un articolo particolare, che chiarisce la linea di questo blog. Solitamente non amiamo dichiarare gli intenti.
In questo caso facciamo notare che la nostra linea non è quella di scandalizzarci (per scandalizzare) per i “mostri internazionali” di questo periodo (di cui pure abbiamo parlato spesso).
Il nostro intento è quello di mettere in luce quei mostri che l’opinione pubblica non ha ancora recepito come tali.
Pare che i media di massa (che tra l’altro hanno dato sufficiente spazio all’Isis, nell’ultimo anno) abbiamo deciso che “abbia colmato la linea”, abbia “superato il limite di sopportazione”. Un’affermazione un po’ sibillina: come se prima “fossero ancora nei limiti di tolleranza”. Che è assurdo. Ma comunque bene, è proprio per questo che parleremo sempre meno dell’Isis, sempre che non diventi una delle molte “guerre dimenticate”, ma non crediamo, vista la posizione strategica (Medio Oriente).
Speriamo che comincino a considerare “oltre misura” anche le azioni di Boko Haram che tra l’altro non sono sempre ostacolate dal Governo nigeriano (leggete questo articolo), perché mi pare che visto che l’Italia con l’Eni ha interessi economici in quei posti, allora i 100 morti a botta (nel vero senso della parola) e le decine di studentesse rapite non siano così importanti.
Continueremo a parlarne finché non noteremo un vero impegno nell’informazione dei fatti nigeriani nei medium di massa italiani.
Questo vale anche per la guerra Usa-Russia che si sta svolgendo in Ucraina, dove soldati infiltrati americani combattono faccia a faccia con soldati infiltrati Russi, mettendo in scena una “guerra di indipendenza” che è solo la facciata di un conflitto mondiale. Non si sta combattendo solo una guerra tra ribelli russi irredentisti che non vogliono vivere in un Paese ucraino e ipernazionalista (perché in questo caso io personalmente sarei assolutamente con loro), si sta combattendo una guerra tra la Nato e la Russia. Se la Russia abbandonasse il conflitto, l’Ucraina passerebbe presto o tardi nell’Unione Europea e quindi nella Nato (e quindi potrebbe diventare sede di basi Usa). A questo punto la Russia si sentirebbe circondata e/o minacciata.
Per quanto è innegabile che russi e filorussi stiano operando contro le regole di garanzia internazionale, è altrettanto innegabile che la consegna dell’Ucraina all’Occidente (come lo è stato per i Paesi europei dell’ex Patto di Varsavia), possa modificare gli equilibri politici internazionali.
Non smetterò mai di ripetere (dal 1991, ma ora più che mai) quanto sia rischioso e deleterio per il mondo il mantenimento della Nato e della pratica statunitense di costruire basi in utti i Paesi alleati, ora che non esiste più l’Unione Sovietica e che la Russia ha basi anche all’estero ma solo in una “corona” di Paesi confinanti, non certo nei 5 continenti come la sua controparte.
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Maometto piange, tutto è perdonato
Talebani: “Allah è grande: spariamo in testa a 132 bambini”
Il bilancio dell’attacco di un commando di kamikaze talebano del TTP alla Scuola pubblica militare di Peshawar è salito a 141 morti (132 bambini e nove persone dello staff). I soldati hanno liberato la scuola uccidendo tutti e sei i terroristi che hanno compiuto la mattanza. Lo ha annunciato una nota delle forze di sicurezza: «L’edificio ora è stato ripulito. Tutti i sei terroristi sono morti», si legge nel comunicato.
I feriti ricoverati sono 150. Sessanta cadaveri si trovano nell’Ospedale militare della città ed il resto nel Lady reading Hospital.
Dettagli raccapriccianti sulla strage di bambini. Secondo quanto raccontato da una fonte dell’esercito alla tv americana Nbc, i terroristi avrebbero dato fuco ad un insegnante e costretto i bambini a guardarlo mente moriva. «Sono entrati in classe e gli hanno gettato della benzina su tutto il corpo e gli hanno dato fuoco», ha raccontato il testimone.
È un attacco «atroce e codardo» quello compiuto dai Talebani contro la scuola pubblica dell’esercito a Peshawar. Così l’attivista pakistana e premio Nobel per la pace Malala Yousafzai ha condannato l’assalto sferrato dai miliziani.
Oggi Allah è molto più piccolo: sta piangendo.
ISIS: l’ennesima puntata della follia
L’Isis ha decapitato l’ostaggio americano Peter Kassig. Il gruppo estremista ha diffuso un video in cui mostra l’uccisione dell’ostaggio in Siria. Kassig, 26 anni, era stato rapito il primo ottobre dello scorso anno mentre si recava a Deir Ezzoir, dove era impegnato come operatore umanitario. Inoltre l’Isis ha rilasciato un video che mostra la decapitazione simultanea di almeno 15 uomini che il gruppo estremista presenta come soldati dell’esercito siriano.
Come abbiamo già ribadito, l’ISIS si ispira ai serial e ai reality show per mandare i suoi messaggi di morte e di terrore (Vedi nostro articolo).
Questa mostruosa organizzazione che fonde stato e Islam, se da un lato è la conferma delle derive di questa strana abitudine di certi paesi nordafricani (dico, la fusione tra politica e religione), dall’altro state bene attenti perché è utilizzato da altri Paesi, anche islamici, come spauracchio per avallare le proprie politiche. Mi riferisco sia agli Stati Uniti e alla Russia, sia all’Arabia Saudita che, condannando l’ISIS, sembrano “purificare” le loro politiche. Ricordo invece che negli Stati Uniti lo Stato può ancora condannare e uccidere delle persone, in Russia non sono rispettati i diritti civili di un sacco di minoranze (gay in primis), e l’Arabia Saudita è una dittatura antidemocratica che schiaccia i diritti delle donne.
Insomma, semplificando: il male assoluto è utilizzato per trasformare il potere autoritario in bene.
Boko Haram rapisce altre 60 ragazze in Nigeria
60 ragazze sarebbero state rapite in Nigeria, nella regione di Adamawa nel nord est del paese dal gruppo islamico jihadista Boko Haram: 40 sono di Waga Mangoro e altre 20 di Grata. Un centinaio di uomini, stando a quanto riporta Misna, sarebbe entrato nel villaggio di Waga sparando e dando alle fiamme alcune abitazioni. Due uomini sono stati uccisi dai terroristi. Fonti locali hanno confermato che l’area era da circa due mesi sotto il controllo dei ribelli. Nessuna notizia, invece, delle 219 liceali rapite sei mesi fa nella loro scuola di Chibok e per le quali si era parlato recentemente di una possibile liberazione, ora sempre più difficile.
Terzo episodio del reality show più orribile del mondo: l’ISIS decapita un britannico
Come un orribile e diabolico reality show (vedi nostro articolo sugli altri video), l’ISIS dirama via Youtube un terzo video.
Come già annunciato nel secondo episodio, in questo terzo video viene decapitato l’ostaggio britannico David Cawthorne Haines. Alla fine della barbara esecuzione, i miliziani minacciano di giustiziare anche l’altro ostaggio britannico, Alan Henning.
Il primo ministro inglese David Cameron lo ha definito un atto di pura malvagità.
Nigeria: Boko Haram vuole tutti morti
Sono almeno 118 le vittime per l’esplosione di due autobomba oggi a Jos, città e Stato centrale della Nigeria, dopo l’esplosione di tre autobomba, la prima davanti ad una stazione di taxi in una delle vie commerciali più affollate della città, la seconda nei pressi del Terminus Market, mentre arrivavano i soccorsi.
Non sembrano esserci dubbi sulla matrice dell’attacco terroristico, riconducibile a Boko Haram.
“Ci vogliono tutti morti”: un tweet di una ragazza nigeriana fotografa la nuova giornata di sangue in Nigeria. Secondo i media locali, che citano fonti ospedaliere, le vittime sarebbero già 200.
In Nigeria studiare per le donne è reato
Quante volte abbiamo parlato di Boko Haram in questo blog? Devo dire, tra le cose meno ascoltate dalla malleabile opinione pubbica occidentale.
Vedi solo alcuni esempi:
1. Boko Aram sconfina in Cameroun.
2. In Nigeria altra vagonata di morti innocenti, in Egitto guerra civile, in Siria i soliti morti.
3. L’unità di misura dei morti ammazzati è 100.
4. Evvai, in Nigeria oggi 185 morti!
5. Week-end soleggiato e 100 morti in Nigeria
“Che ci frega che si ammazzano in un lontano stato africano?” è il pensiero di molti.
Non si sentano fuori causa italiani e inglesi che grazie all’Eni e alla Shell hanno e stanno sfruttando le risorse della Nigeria, impoverendone le popolazioni e arricchendone le lobbies, e quindi contribuendo a creare una substrato culturale ottimo per integralisti come Boko Haram.
Ora Boko Haram ha deciso che in Nigeria studiare per le donne è reato. Con un video, infatti, il gruppo fondamentalista islamico ha rivendicato il sequestro delle 276 studentesse, avvenuto il 14 aprile scorso in una scuola a Chibok, villaggio nello stato del Borno. “Ho rapito le vostre figlie, le venderò al mercato in nome di Allah”, ha affermato il leader del gruppo terroristico, Abubakar Shekau. Vendute in cambio di 12 dollari l’una. Circolano indiscrezioni secondo le quali le ragazze sarebbero state già state trasferite in Camerun o in Ciad, anche se le autorità dei due Paesi smentiscono.
Barack Obama che ha parlato di abominio “oltraggioso e straziante”, mentre l’Alto Commissariato per i diritti umani dell’Onu punta il dito contro gli autori dei sequestri delle ragazzine parlando di “ferma condanna”.
Insomma, come sempre, le chiacchiere non mancano, ma il governo della Nigeria, con cui Eni e Shell collaborano serenamente, che fa?
La Crociata del terrorismo islamico colpisce soprattutto l’Islam
Nairobi, Kenya: lo Shabaab, movimento nato in Somalia a metà del 2006, più recentemente affiliato ad al-Qaeda, guidato da Ahmed Abdi Godane, il 21 settembre 2013 attacca il centro commerciale di Westgate e lo mettono sotto sequestro con uso di armi comprese granate. Dopo 2 giorni le forze dell’ordine kenyote cercano di rompere l’assedio. Al momento si contano 62 morti, 63 dispersi e 175 feriti.
Domenica 22 settembre, Peshawar, Pakistan: un kamikaze si fa saltare davanti alla chiesa di Khoati Bazaar: 81 morti tra i cristiani.
Circa 150 persone massacrate in nome di Dio. Il terrirosmo islamico continua nella sua decisione di emulare il suo grande nemico: l’integralismo cristiano di stampo medievale, la cui “manifestazione” più celebre restano le crociate, spedizioni armate contro cosiddetti infedeli con la convinzione di essere ispirati dal “vero Dio”. Sì, perché sia l’attentto di Nairobi (ma anche molti altri attentati di matrice islamica, compreso l’11 settembre), sia le Crociate cristiane hanno colpito anche gli appartenenti alla propria religione, quindi isclamici nel caso del terrorismo e cristiani nel caso delle Crociate (venivano chiamati eretici perché avevano una concezione teologica di Cristo lievemente diversa).
Che le Crociate siano una vergogna della Chiesa è innegabile, che il terrorismo islamico cerchi una “vendetta” alcontro le Crociate e il colonialismo occidentale facendo la stessa cosa è una vergogna dei terroristi e degli islamici che approvano, magari nascostamente, queste “azioni”.
E il modo migliore è chiamare il fenomeno contemporaneo del terrorismo islamico come Crociata Islamica.
Questo lo dico per stimolare il dibattito interno all’Islam: l’Occidente ha da tempo (dagli anni 60) aperto un dibattito pubblico culturale sulla Chiesa Cattolica, sui suoi errori del passato e quelli del presente, ma non è il soggetto giusto per contestare l’integralismo islamico, che invece deve essere criticato dall’interno, e quindi dai musulmani stessi. La laicità nella politica (anche di persone credenti) deve essere un valore anche tra i musulmani.