Il collasso totale del sistema elettrico nazionale, con il black-out totale è solo l’esito di una crisi che dura ormai da due anni. La rete elettrica è completamente ferma perché i due principali impianti, Al-Zahrani e Deir Ammar, hanno esaurito le riserve. Ma l’ultima puntata della discesa verso gli inferi del Libano è avvenuta oggi, quando si sono viste scene di guerra a Beirut: spari durante una manifestazione con morti e feriti. Centinaia di manifestanti del movimento sciita Amal, guidato dal presidente del parlamento Nabih Berri, si sono dati appuntamento questa mattina alla rotonda Tayyoune, nella parte sud della città, per dirigersi verso il palazzo di giustizia, per protestare contro il giudice Tarek Bitar, che indaga sull’esplosione al porto dell’agosto 2020, cristiano, accusato dagli sciiti di interferenza politica. Dei cecchini hanno cominciato a sparare da un edificio ed è cominciata la guerriglia tra cristiani e sciiti. L’esercito è intervenuto per cordonare l’area e schierarsi nei quartieri e negli ingressi.
mi pare una crisi politica prima di tutto, con qualcuno che prende in mano la situazione e istericamente fa accuse agli avversari. mi ricorda qualcosa…