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Massacro di Yazidi da parte dell’ISIS


Melek Taus
Melek Taus
Gli Yazidi, i seguaci dell'”Angelo-Pavone”, stanno morendo. Un’intera popolazione sta per scomparire dal Medio Oriente sterminata dall’avanzata dei miliziani sunniti dell’Isis. I combattenti dello Stato islamico in Iraq (di cui abbiamo parlato qui) hanno già colpito migliaia e migliaia di sciiti e di cristiani, ma adesso nel mirino ci sono i membri di questa comunità millenaria, infatti, sono almeno 500 gli Yazidi giustiziati nei giorni scorsi dagli jihadisti dello Stato Islamico a Sinjar, nel nord dell’Iraq, incluse donne e bimbi, cge potrebbero essere state sepolte vive, mwentre quasi 300 donne sono state rapite per essere trasformate in schiave.
Ma chi sono gli Yazidi?
Gli Yazidi sono un gruppo religioso di origine curda (curdofoni), costituito da circa 500.000/800.000 individui che vivono in tutto il Caucaso e soprattutto a Sinjar, la città nel Kurdistan iracheno situata a 50 chilometri dalla frontiera con la Siria (ma sono presenti in tutto il mondo). Accusati dall’ortodossia islamica di praticare culti eretici, essi sono stati duramente perseguitati dagli Ottomani e poi dal governo turco, a causa della loro separatezza etnica, nel corso della storia.
Lo Yazidismo sarebbe presente nel Vicino Oriente addirittura da più di 4.000 anni (anche se hanno subito forti riforme nel XIII secolo). In esso sarebbero confluiti nel tempo, elementi di giudaismo cabalistico, di Cristianesimo mazdeo (conosciuto come Zoroastrismo) e di misticismo islamico Sufi. Alcuni studiosi definiscono lo Yazidismo “il museo dei culti orientali”. essendo in effetti un complesso processo di sincretismo.
Lo yazidismo crede nella metempsicosi (la trasmigrazione delle anime, come nell’induismo, mentre ai giusti è destinato il paradiso). I miti della creazione risentono delle dottrine dello gnosticismo mentre vari riti (battesimo, forme di comunione, ecc.) si richiamano al cristianesimo, specialmente quello nestoriano.

Gli yazidi credono in un dio primordiale, la cui azione è terminata con la creazione dell’universo, ma venerano Melek Ṭāʾūs, che considerano un “dio attivo”, un angelo dalle sembianze di un pavone che, dopo essere decaduto, si pentì e decise di ricreare il mondo che era stato distrutto. Riempì perciò alcune giare con le sue lacrime e se ne servì per estinguere il fuoco dell’Inferno. Il culto di Melek Ṭāʾūs sembra contenere elementi propri di mitraismo, mazdeismo, manicheismo, islam e giudaismo. Con tutta probabilità, esso deriverebbe d un antico culto pre-islamico.
Melek Ṭāʾūs è spesso ritenuto dai musulmani uno shaytan, cioè un “diavolo” che devia i veri credenti. Nell’Islam, infatti, si ritiene che Iblis o Shaytan corrompa l’uomo, portandolo ad affiancare altre divinità ad Allah. Proprio a causa di tale interpretazione, gli yazidi sono stati spesso perseguitati con l’accusa di adorare il diavolo. Anche i Cristiano li hanno accusati di essere adoratori del Diavlo, proprio perché venerano l'”angelo caduto”, ovvero Lucifero.
Il sincretismo religioso degli Yazidi è complesso e come dice Danilo Arona nel “L’ombra del Dio Alato”, “non è facile da comprendere per un Occidentale”.
Danilo Arona accosta il culto degli Yazidi a quello di Pazuzu, antico Dio di orgine sumera, che rapesenta “il male”: l’angelo-pavone sarebbe sua diretta discendenza.
La pratica di venerare un dio apparentemente maligno, sarebbe giustificata dal desiderio di “cacciare il male con il male”.

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